martedì 27 agosto 2019
In attesa dell'uscita italiana di "C’era una volta…a Hollywood", a settembre una rassegna di film culto introdotti dal regista statunitense
Il regista Quentin Tarantino (Epa)

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«Penso che tutti i cinefili abbiano avuto, da piccoli, questa esperienza: vai al cinema, vieni ammaliato da un attore e quando il film è finito pensi di essere innamorato. A me è accaduto con Goldie Hawn. È stata la mia prima esperienza del genere». Ad averlo raccontato è Quentin Tarantino, ricordando quando ha visto per la prima volta la commedia diretta da Gene Saks alla fine degli anni Sessanta Fiore di Cactus. E in concomitanza con l’arrivo nella sale italiane (previsto per il 18 settembre) del suo nuovo film C’era una volta a Hollywood, ambientato nella Los Angeles del 1969, in un tributo all’ultimo periodo dell’età d’oro di Hollywood, Rai4 e Rai Movie presentano una rassegna di otto pellicole uscite intorno a quegli anni, scelte e commentate dallo stesso Tarantino. Da lunedì 16 a sabato 21 settembre, in prima e seconda serata, andranno così in onda i film che hanno saputo raccontare i segnali di una città e di un mondo cinematografico in totale mutazione, parallelamente al cambiamento del pensiero collettivo, tra manifestazioni, brutali omicidi, guerre e concerti.

E se in C’era una volta…a Hollywood racconta la storia dell’attore televisivo Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e della sua storica controfigura Cliff Booth (Brad Pitt) che cercano di farsi strada in una Hollywood che ormai non riconoscono più, con questa rassegna il regista statunitense condivide un ricco immaginario cinematografico, proponendo inedite chiavi di lettura di quel momento storico che tanto ha inciso sulla sua formazione. Un fantastico e controverso mondo, declinato nei generi che più ama, dal western, alla commedia, dalla spy story al road movie. In programma su Rai4 e Rai Movie ci sono Il sentiero della violenza di Phil Karslon, I pistoleri maledetti di William Witney, il già citato Fiore di cactus di Gene Saks e poi Bob & Carol & Ted & Alice di Paul Mazursky e L’amante perduta di Jacques Demy. Si prosegue poi con Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm di Phil Karslon, L’impossibilità di essere normale di Richard Rush e ancora Easy Rider di Dennis Hopper, del quale Tarantino dice: «Anche se erano stati già fatti film sui motociclisti (…) Dennis Hopper riuscì a fare ciò che voleva, realizzò un nuovo tipo di film che attirò il pubblico perché dava l’impressione di essere 'un film per noi, fatto da gente come noi'».

Ogni pellicola della rassegna verrà introdotta dal regista di Pulp fiction, che tornerà alla fine del film per un commento finale, in un percorso nella memoria che consentirà di scorgere nuovi piani di lettura e nuovi significati persino in film culto già notissimi. Con un punto di vista del tutto originale, anche per i luoghi nei quali si sviluppa l’azione: «Il modo in cui Jacques Demy filma Los Angeles in L’amante perduta – spiega Tarantino – rende la città più importante dei protagonisti».

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