martedì 18 marzo 2014
​Prosegue il saccheggio della città romana, assediata da ladri e burocrati. Il piccolo dipinto era nella domus di Nettuno. Lo hanno portato via degli esperti. Fondi disponibili ma non utilizzati.
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Un altro duro colpo al nostro patrimonio culturale. E anche l'ennesimo fulmine che si abbatte su Pompei. È scomparso l'affresco di Artemide che si trovava nella domus di Nettuno degli scavi archeologici. A scoprire la scomparsa del dipinto, ampio una ventina di centimetri, è stato un custode. La soprintendenza non ha potuto fare altro che disporre un sopralluogo con i carabinieri che indagano sul furto. Probabilmente su commissione. Ance il ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha avviato un'indagine interna. La zona degli scavi archeologici di Pompei dove si trova la domus di Nettuno, dalla quale è stato asportato l'affresco di Apollo e Artemide, si trova nei pressi del vicolo di Modesto e in un'area presa in considerazione dal "Grande Progetto Pompei". A denunciare la scomparsa dell'affresco ai militari dell'Arma di Pompei, lo scorso 12 marzo, è stata la direttrice degli scavi Grete Stefani. L'affresco, che ritrae la dea Artemide seduta dinnanzi a suo fratello Apollo, è stato di certo staccato da mani esperte. I trafugatori si sono introdotti nella casa, che si trova in un settore della città romana chiusa al pubblico, e hanno scalpellato l'angolo superiore di un piccolo quadretto, asportando un frammento di circa 20 cm di diametro, in cui compariva la figura di Artemide. "Il giorno 12 marzo - si legge in un comunicato della Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia - è stata segnalata da un custode in servizio nella Regio VI che effettuava un giro di controllo, l'asportazione di una porzione di affresco nella Casa di Nettuno (VI 5, 3) degli Scavi di Pompei". Nell'ambito delle indagini si sta cercando di acquisire informazioni utili con la visualizzazione delle riprese delle telecamere del sito archeologico per poter risalire agli autori del furto. La burocrazia sta uccidendo Pompei  «Le norme ed i finanziamenti ci sono, Pompei muore di ritardi, di incuria e di burocrazia. Serve un piano drastico: ci sono 6 milioni di euro per estendere la videosorveglianza ancora non spesi, il regolamento impedisce l'ingresso ai visitatori con borse e zaini», ha detto il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, dopo avere appreso del furto. «I ritardi nell'avvio dei cantieri finanziati dall'Ue - sottolinea Marcucci - hanno un costo altissimo. C'è una mole burocratica che impedisce di fatto di spendere in tempi certi quanto è stato stanziato. Da questo punto di vista, e nella situazione complessiva in cui versa il sito archeologico, è persino miracoloso che i furti non siano all'ordine del giorno». Un furto che colpisce l'intera Ue «Sono molto rattristata per le notizie sulla perdita di un antico affresco a Pompei. I responsabili di tali atti di sconsiderato vandalismo, o come più probabile, furto vero e proprio, si dovrebbero vergognare. Rubano un patrimonio inestimabile che appartiene a tutti i cittadini, italiani ed europei, e alle generazioni future. Spero che la polizia possa prendere i colpevoli e recuperare il pezzo mancante al più presto», ha dichiarato il commissario Ue alla Cultura Androulla Vassiliou.Riunione tecnica al ministero dei Beni culturali Nel pomeriggio il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha annunciato una riunione tecnica, domani mercoledì, al ministero di Beni culturali «per fare luce su quanto accaduto a Pompei». E ha sottolineato che si sta lavorando per «rafforzare le misure di controllo e vigilanza del sito archeologico».
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