martedì 10 maggio 2016
Panatta “profeta” soltanto a Parigi
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Enon facciamoci sempre riconoscere... Ma come, vi siete dimenticati dell’ultimo grande del tennis italiano? Anno di grazia 1976: Adriano Panatta vinse gli Internazionali di Roma, a Parigi conquistò il Roland Garros e poi in dicembre con la Nazionale – nella più discussa delle finali di Coppa Davis – a Santiago del Cile incoronò (con Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli) l’Italia del capitano Nicola Pietrangeli regina del tennis mondiale. Chi ha offerto di più da quarant’anni in qua? Nessuno. I francesi lo sanno, hanno memoria di Adriano e con largo anticipo l’hanno già invitato in qualità di ospite d’onore di Parigi per premiare il vincitore del Roland Garros 2016. E Roma, la sua Roma, quella del figlio del custode del Circolo Tennis Parioli che salì sul tetto del mondo? Fino a dieci giorni fa nessun segno di riconoscenza. Poi ci ha messo una pezza «l’amico di Adriano», il presidente del Coni Giovanni Malagò. Lo stesso Malagò che, non senza resistenze, si era ricordato di inserire, a buon diritto, anche Panatta nella “walk of fame” del Foro Italico, in viale delle Olimpiadi - assieme ad altri cento nomi che hanno fatto la storia dello sport azzurro -, ha inviato una mail d’invito a doppia firma, la sua e quella del presidente della Federtennis Angelo Binaghi, ai quattro “moschiettieri” del ’76. «Caro Adriano (e a penna sono stati stati scritti separatamene i nomi di Paolo, Tonino e Corrado) per il tennis italiano il 2016 è un anno speciale, perché ci offre l’occasione di festeggiare insieme il quarantesimo anniversario della conquista della nostra prima Coppa Davis e il decimo della prima affermazione italiana nella Fed Cup». Da notare quella «prima Coppa Davis»: ma se è rimasta l’unica. E quel gruppo è stato unico, a cominciare da Panatta. Talmente unico che in questi anni era “ospite non gradito” al Foro Italico e pertanto giovedì 12 maggio sulla terrazza del Circolo del Tennis non si presenterà... La leggenda vivente del tennis italiano meritava qualcosa di più di un aperitivo alla lounge Coni-Fit. Ci siamo fatti riconoscere.
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