domenica 5 giugno 2011
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Lo spostamento in atto da tempo del baricentro economico del pianeta verso l’area del Pacifico sta propiziando in Asia una sintesi culturale che è a tutti gli effetti espressione della globalizzazione. Al contempo, però, vanno accelerando la loro penetrazione nel mondo globale una serie di elementi originali del continente asiatico. Potrà non esserci univocità in Asia sulla definizione di una cultura continentale, ma non per questo l’identità locale va diluendosi, anzi. Il proliferare di Starbucks e di McDonalds da Tokyo a Delhi, la sempre maggiore presenza nelle librerie locali di sezioni in lingue straniere potrebbero essere visti come sintomi di una influenza culturale esterna determinata e di fatto consolidata. Non è così se non per le élite, la crescente middle class e il numero in espansione di anglofoni che si concentrano nelle metropoli asiatiche. Allo stesso modo e per contrasto apparente, la diffusione del "Mando-Pop" (pop cinese in versione mandarina) , come del "Canto-pop" (originario del sud della Cina) e, ancor più del "K(orean)-pop" avanguardia di una influenza culturale coreana che si alimenta insieme di drammi storici e folte boy-band, una crescente emigrazione asiatica che si va integrando in altre aree del pianeta sembrano contrastare con l’idea di un continente perso in miti, leggende, conservatorismo e, infine, costrizione sociale. Per molti anni, mentre l’Occidente continuava a pensare alla "sua" visione del continente, l’Asia è cresciuta su linee in parte originali, assimilando in questo processo tutto quanto delle culture limitrofe e di quelle lontane potessero esserle di beneficio o di stimolo. Oggi la vita quotidiana delle metropoli asiatiche, da Bangkok a Pechino, da Taipei a Calcutta è intrisa in modo crescente di elementi transnazionali e transculturali. Anche l’intensificarsi degli investimenti, dei commerci delle alleanze, le fusioni aziendali e i rapporti tra le istituzioni culturali ed educative hanno rafforzato legami tra popoli, organizzazioni, aree e governi. In questo contesto è difficile stilare un’immagine universalmente accettabile di cultura "asiatica" associata o ancor meno opposta alla cultura "occidentale". Intanto, perché le culture all’interno di ogni ambito regionale o continentale mostrano altrettante diversità che, rispettivamente, Occidente e Oriente presi come blocchi. La varietà di fedi in Asia, ad esempio, è sconcertante, e le conseguenze sulle culture locali di grande spessore... I diversi tassi di crescita e gli effetti sulle culture sono altrettanto rilevanti: Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Hong Kong sono potenze economiche da decenni, mentre Cina e India solo recentemente sono entrate in competizione con i grandi della terra e tra di esse, ma con un ritmo stupefacente. Contemporaneamente, Paesi come Myanmar, Laos, Nepal e Bangladesh, condividono difficoltà di sviluppo e stridente povertà, che alimentano un nazionalismo che tende a evidenziare i loro tratti distintivi, ma insieme li rende culturalmente più deboli e isolati nel contesto mondiale. Al contrario, alla competizione dei Paesi di più antica industrializzazione per primeggiare sui mercati, si affianca una massiccia esportazione di differenti forme artistiche. Corea del Sud e Cina si combattono in una gara che riguarda i drammi storici che inondano i piccoli schermi del continente, come Corea del Sud e Giappone (Cina, Taiwan e Singapore in misura minore) lo sono per la musica pop e Giappone e Cina (Hong Kong in testa) lo sono per l’industria cinematografica, con l’India a dominare il proprio mercato sub-continentale... Opera, teatro, musical, hip-hop... proprio in Asia hanno dato vita a sintesi feconde e popolari. Tutte queste espressioni artistiche, e molte altre in misura minore, hanno una grande diffusione nel continente e nel mondo, ma va detto che l’influenza occidentale su queste forme di spettacolo è stata notevole, a volte essenziale. Come ricorda il professor Hyung-Gu Lynn, se molta della produzione di cartoni animati nordamericana è influenzata dalla omologa produzione giapponese e dalla cultura dei manga, non si può ignorare che uno dei primi e più fecondi disegnatori di manga, Tezuka Osamu, ha trovato la sua ispirazione primaria nei cartoni della Disney. L’integrazione delle civiltà è già un fatto in Oriente e, sulla corsa dell’Oriente al benessere e al progresso, oltre che cavalcando l’ondata migratoria, potrebbe presto esserlo anche da noi.
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