giovedì 12 ottobre 2023
I due giocatori sono stati raggiunti dalla Polizia mentre si allenavano a Coverciano e hanno lasciato il ritiro. A fare i loro nomi Fabrizio Corona
Nicolò Zaniolo (a sinistra) e Sandro Tonali

Nicolò Zaniolo (a sinistra) e Sandro Tonali - Ansa

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Sembrava una giornata come le altre per la Nazionale in ritiro a preparare i prossimi impegni validi per le qualificazioni europee. Sessioni video, riunioni, preparazione dell'allenamento, anche se voci e indiscrezioni sul presunto coinvolgimento di due azzurri di punta - Sandro Tonali e Niccolò Zaniolo - sulla vicenda di scommesse si rincorrevano dal primo pomeriggio. Ma erano una nube che offuscava che ancora però non oscurava il cielo sopra Coverciano. E invece poi sono arrivate addirittura le forze dell'ordine, e la Nazionale ha vissuto così un altro choc. Un segnale però era arrivato anche dall'intervista di Tonali saltata, di quelle da programma con la Rai. Poi però Luciano Spalletti e il suo gruppo si sono presentati in campo all'ora prevista, poco dopo le 16, in apparenza volti distesi, anche se qualcuno ha visto l'ex rossonero turbato. Il ct si è riunito con i propri giocatori all'interno della palestra, per un breve confronto, mentre veniva escluso tutto lo staff che restava all'esterno della struttura. Poco dopo gli stessi collaboratori sono entrati nella struttura per alcuni minuti in cui si sono avvertiti cori di incitamento e applausi, quindi tutti sull'erba del campo intitolato a Vittorio Pozzo, i giocatori sono stati divisi in due gruppi, quelli con la pettorina gialla i possibili titolari contro Malta, fra questi Tonali. Mentre Zaniolo veniva inserito nel gruppo con la pettorina blu. Esercitazioni scambiandosi la palla con le mani, lo stesso ct non disdegnava sorrisi, specie quando i giocatori si sono messi a cerchio (tutti, nessuno escluso) per il solito torello.

Intanto però il caso montava di pari passo con le nuove accuse rivolte attraverso il proprio sito Dillingernews da Fabrizio Corona, all'interno dell'inchiesta sulle scommesse nel calcio in cui sarebbe coinvolto anche lo juventino Fagioli. E ora Tonali e Zaniolo che avrebbero scommesso su alcune partite della loro squadra. Da quel momento il clima a Coverciano da surreale si è fatto inevitabilmente sempre più teso: intorno alle 18 l'arrivo delle forze dell'ordine che hanno parlato a lungo con i due giocatori accompagnati dal capo delegazione, Gianluigi Buffon. Peraltro anche l'ex portiere azzurro, una decina d'anni fa, finì nel vortice. Per lui si parlò di scommesse effettuate per oltre un milione e mezzo di euro, ma potè dimostrare la sua estraneità a qualsiasi illecito, sportivo e penale. Ai due giocatori, a cui sarebbero stati sequestrati tablet e altro materiale, sono stati notificati gli avvisi di garanzia da parte della Procura di Torino, nell'ambito della stessa inchiesta sulle scommesse illecite in cui compare lo juventino Fagioli, poi autodenunciatosi alla Figc, la cui Procura ha già aperto un'indagine. Per Tonali e Zaniolo niente Malta e Inghilterra ma il rientro a casa. "A prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni in programma nei prossimi giorni la Federazione ha deciso anche a tutela degli stessi di consentirne il rientro presso i rispettivi club" fa sapere la Figc. Gli agenti hanno lasciato Coverciano dopo le 20.30, i due azzurri sono rimasti al Centro tecnico federale e dovrebbero partire domattina.

L'allarme oltre il calcio

Il caso specifico ha il suo peso, ma è il quadro generale a delineare i contorni di un fenomeno sociale allarmante: l’esperienza di gioco riguarda circa 18 milioni e mezzo di individui in Italia, secondo una recente indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, e di questi sono 5,1 milioni i giocatori abitudinari. All’interno del sottoinsieme degli abitudinari, l’indagine riconosce 1,5 milioni di giocatori definiti problematici. Il dilagare del gioco d’azzardo, favorito anche dalla facilità e dall’anonimato derivati dalla modalità online, sta inoltre cambiando l’identikit del giocatore e dell’individuo a rischio ludopatia. Tiberio Patrizi, presidente dell’associazione laziale “No Game”, in quasi dieci anni di presenza dell’associazione ha assistito in maniera empirica al mutamento: «Quando siamo nati, nel 2015, la fascia d’età più problematica era quella dei 40-50enni i cui problemi derivavano dalle vlt, le macchinette videolottery. Oggi questo profilo resiste ma in misura molto minore, mentre al contrario la stragrande maggioranza delle richieste di aiuto che riceviamo riguarda pensionati e, purtroppo, ragazzi tra i 18 e i 25 anni. Ed è una piaga difficile da fermare; non c’è nemmeno lo stigma del puntare recandosi in un luogo fisico, qui basta uno smartphone: con le app si può scommettere su tutto, immediatamente, a qualsiasi ora e per qualsiasi evento in ogni parte del mondo. Basta troppo poco per cominciare a rovinarsi».

“NoGame” (i cui percorsi e riferimenti si trovano al sito nogame. it), come altre associazioni di volontari sparse in tutta Italia, ogni settimana intercettano – come anche i servizi dipendenze delle aziende sanitarie locali, ma attraverso strade differenti – decine di persone che vi si avvicinano, ma spesso poi non hanno il coraggio di iniziare il percorso. «Per chi è affetto da ludopatia è più facile chiedere soldi per coprire i debiti che provare a chiedere aiuto. Noi abbiamo aiutato oltre 600 persone, ma sono molte di più quelle che ci hanno contattato ma poi non si sono fatte vedere, e questo conferma quanto sia difficile fermare il fenomeno, anche perché per paradosso si gioca senza soldi all’inizio. Ma quando si comincia a perdere, e succede sempre, si entra nel circolo vizioso di giocare per recuperare il denaro, si perde ancora, e così i debiti aumentano». Preoccupano, soprattutto, i dati dei giovani: «Si fa troppa poca prevenzione. Ci è capitato di andare nelle scuole, in un programma della Regione Lazio, e distribuire questionari mirati. Le risposte sono scoraggianti, senza contare che tutto questo incide poi sulla vita sociale dei giovani».

La lotta all’azzardo è anche una delle missioni della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II onlus, che dal 2012 ha istituito il cartello “Insieme contro l’azzardo”. «Benché negli ultimi anni le associazioni no slot abbiano fatto un grande lavoro per fare emergere il fenomeno in tutta la sua intensità – dice Luciano Gualzetti, presidente della Consulta – resta ancora sommerso il dramma di milioni di famiglie coinvolte in maniera diretta o indiretta dalla azzardopatia, dall’usura, dai fallimenti, dai suicidi. La Consulta Antiusura ha richiamato il Governo ad assumere una posizione che segni un’inversione di rotta decisa rispetto al passato e che si snoda in quattro mosse: l’approvazione di una legge di riordino complessivo del settore del gioco d’azzardo, che va definita, di concerto, dai ministeri della Salute, del Lavoro e delle politiche sociali e dell’Economia e Finanze, e che preveda la riduzione dell’offerta del gioco d’azzardo, la salvaguardia della possibilità, per Regioni ed Enti locali, di intervenire con normative e regolamenti sull’offerta del gioco nel proprio territorio e l’obbligo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli a fornire pubblicamente e periodicamente i dati sul settore. Infine, si chiede attenzione al tema della dipendenza dal gioco d’azzardo nella ridefinizione del sistema sanitario e sociosanitario, in un’ottica di medicina di prossimità e di assistenza territoriale, come previsto nel Pnrr».

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