sabato 8 novembre 2014
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Il 9 novembre di 25 anni fa crollava il Muro di Berlino. Un confine che aveva diviso una città, l’Europa e il mondo in due blocchi contrapposti. Non tutti, però, avrebbero voluto la riunificazione tedesca. Tra questi potenze mondiali come Francia, Gran Bretagna e Usa. Emerge da documenti americani declassificati nel 2009 in base al Freedom of Information Act, la legge sulla libertà di informazione, “che – come spiega Matteo Luigi Napolitano, docente di storia delle relazioni internazionali all’Università Guglielmo Marconi di Roma, nell’intervista rilasciata al Tg2000 (in onda sabato alle 18.30 nell'approfondimento di Vincenzo Grienti e Antonello Carvigiani) - attestano come la riunificazione della Germania non fosse poi così auspicata dalle grandi potenze occidentali. Non lo era da Margareth Thatcher, stando a un suo colloquio con Mikail Gorbaciov. E, a sentire la Thatcher, non lo era neppure da George Bush senior, Presidente degli Stati Uniti. Non lo era dal Presidente francese Francois Mitterrand – prosegue Napolitano -. Non lo era perfino da Lech Walesa che, a poche ore dalla caduta del Muro, espresse non poche perplessità proprio nel suo colloquio con Helmut Kohl”. Per il leader di Solidarnosc l’Europa dopo la caduta del muro avrebbe volto il suo sguardo verso la Germania come una priorità assoluta mettendo in secondo piano la Polonia e le sue riforme.

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