mercoledì 23 settembre 2009
Il 24 settembre 1959 andava in onda la prima edizione della trasmissione che ha fatto la storia del Paese anche grazie a personaggi come Mago Zurlì, Mariele Ventre e Topo Gigio.
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Cinquant’anni di Zecchini d’Oro hanno accumulato un bel patrimonio per l’infanzia: un numero sconfinato di canzoni senza età. Era il 24 settembre del 1959 quando dal Teatro dell’Arte di Milano andava in onda sulla Rai la prima edizione. Lui, Mago Zurlì, c’era già. Cino Tortorella, in calzamaglia e mantello, era già l’anima della trasmissione. L’occasione fu il Salone del Bambino, che quell’anno si ispirava a Pinocchio. Tortorella, che già interpretava il ruolo del mago nel programma Zurlì, il mago del giovedì, ideò la rassegna canora come una successione di momenti rievocativi della favola di Collodi. La trama fu affidata a Carlo Triberti – direttore del Corriere dei Piccoli – che scrisse una fiaba-varietà ispirata al racconto collodiano, con lo scopo di costituire un’ossatura per una rassegna-concorso di canzoni nuove per bambini, cantate da bambini e giudicate da bambini. Triberti divise lo spettacolo in tre parti per tre giorni: Pomeriggio di Mangiafuoco, Il gatto e la Volpe, Il campo dei miracoli. Quello dove sarebbe dovuto nascere l’albero di zecchini. E, secondo il racconto, al termine della gara canora la canzone vincitrice avrebbe avuto in premio uno zecchino d’oro, staccato da quell’albero spuntato (in barba alla storia originale) dal campo miracoloso. Da quella edizione uscì (ma non vinse) Lettera a Pinocchio scritta da Mario Panzeri. Quelle note e quelle parole (chi non ha mai cantato «Carissimo Pinocchio / amico dei giorni più lieti») aprirono la strada a una spassosa e indimenticabile fila di quarantaquattro gatti (qualcuno ne voleva anche uno nero), moscerini che danzano il valzer, pulcini ballerini, coccodrilli, ciribiricoccole, nonne Pine cuoche provette e Peppine con la caffettiera. Il resto è storia dell’Italia popolare. Lo Zecchino d’Oro dal 1961 trovò casa presso i francescani dell’Antoniano di Bologna. Nel 1963 nacque il Piccolo Coro, diretto con grinta e amore dalla mitica Mariele Ventre: agli esordi era composto da cinque bambini, oggi sono sessanta e il coro è intitolato alla sua fondatrice, scomparsa nel 1995. Qualche anno dopo arrivo Topo Gigio (che era nato, sempre cinquant’anni fa, in un’altra trasmissione canora: Canzonissima) e fu presenza insostituibile (o quasi). Nel 1972 Tortorella smise i panni di Zurlì e fu solo se stesso. Non smise però di essere l’anima dello Zecchino, che quest’anno, sempre con lui alla conduzione, arriva al numero 52 (nel 1976 ci furono due edizioni). Chi sarà il nuovo erede di Popoff?
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