sabato 1 maggio 2021
Dopo 10 anni di silenzio la band monzese torna con un disco solidale a sostegno di Emergency che ha coinvolto 28 artisti in un «abbraccio virtuale» anti-Covid. Parla Lorenzo Monguzzi
Il ritorno dei Mercanti di Liquore: Lorenzo Monguzzi e Piero Mucilli

Il ritorno dei Mercanti di Liquore: Lorenzo Monguzzi e Piero Mucilli

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«Lombardia, com’è facile volerti male. Di sorrisi non ne fai e ti piace maltrattare. Ma noi siamo i figli storti, nati dentro un’osteria. E riusciamo a respirare, pur essendo in Lombardia». La Lombardia dei Mercanti di Liquore rinasce e rivive come un inno di una regione «ferita» ma sempre «orgogliosa» e «operosa», pronta a rinascere e a rimettersi in pista. Come fa la storica band nata a Monza a metà degli anni Novanta, che si ritrova, dopo dieci anni di stop, per un progetto a sostegno di Emergency, nella lotta al Covid. «Purtroppo gli effetti della pandemia non si fermeranno con i vaccini. Tante, troppe le persone sono rimaste vittime, su più fronti. Emergency è per tutti noi 'Figli Storti' una sicurezza e il suo impegno nella gestione di questa emergenza sanitaria e sociale è sotto gli occhi di tutti». Lorenzo Monguzzi, fondatore, cantante e chitarrista del gruppo brianzolo lancia così l’edizione special del brano Lombardia (disponibile in digitale e formato vinile 7’’ in edizione limitata dal 4 maggio per Bagana Music sul cui sito si può acquistare), una canzone corale, registrata con l’abbraccio 'virtuale' di 28 musicisti italiani, 'figli storti' come i Mercanti, ma di altre 'osterie' d’Italia. Ed ecco scorrere i versi di questa «Lombardia che non fa sorrisi » cantati a tante voci, una frase ciascuno, come un filo che unisce il Paese: Adriano Sangineto, Aimone Romizi (Fast Animals and Slow Kids), Andy (Bluvertigo), Andrea Scaglia (Ritmo Tribale), Cippa e Paletta (Punkreas), Cisco, Davide Romagnoni ( Vallanzaska), Diego Potron, Divi (I Ministri), Edda, e ancora Edo Sala, Maurizio Cardullo e Lorenzo Marchesi (Folkstone), Elio Biffi (Pinguini Tattici Nucleari), Emi (Mellowtoy / Wolf Theory), Finaz (Bandabardò), Francesco Moneti (Modena City Ramblers), Giambattista Galli (Sulutumana), Giorgieness, Giorgio Canali, Marco Paolini, Marta Ferradini, Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus), Omar Pedrini, Sara Piolanti (Caravane Deville), per chiudere con Stefano 'Iasko' Iascone (Cacao Mental) e Wilko (Rats). Tutti figli di una musica popolare - anche se… ironicamente 'storti' e 'ribelli' – che vogliono, tutti, dare una scossa e un sostegno a questo Paese. E tutti hanno contribuito a questa esperienza di musica e solidarietà, senza confini. Quelli marcati dalla regione Lombardia anche sulla copertina (artwork di Andy, Bluvertigo) del singolo digitale e in vinile (nel lato B una inedita versione narrata da Marco Paolini) che, almeno all’inizio, è stato l’epicentro di questa pandemia. «Lombardia – spiega Monguzzi– è una dichiarazione d’amore e odio della band, tornata attiva dopo oltre dieci anni di silenzio, che mai come oggi tratta un tema attuale. La regione Lombardia è stata l’epicentro del virus, in Italia e in Europa, dall’inizio della pandemia: con i suoi pregi e difetti, non è altro che uno specchio della situazione in cui si trova oggi il nostro Paese e con questo progetto gli artisti danno voce al concetto di unione attraverso la musica e il sociale». Un’esperienza che Monguzzi definisce «commovente» – che detto da un «cinico» brianzolo vale, eccome. «Nei tre giorni di registrazione, fra le difficoltà del momento, ho visto una predisposizione gioiosa di tutti, come se dopo tutto questo tempo, si avesse la possibilità di ritrovarsi come una famiglia – continua –. Ho avvertito una voglia sincera di suonare insieme, lontana dalle stupide logiche individualistiche che spesso circondano il mondo dello spettacolo».

La musica per ritrovarsi e sostenersi. Come avviene per i compagni di viaggio dei Mercanti di Liquore di quell’album straordinario (era il 2002) La musica dei poveri: storie di caparbia disobbedienza, tracce di un’umanità perdente, ma orgogliosa, capace di opporre all’arroganza dei vincitori una propria differente, visione delle cose. Di quell’album è Lombardia, il preludio di un nuovo cammino. La ripresa di un percorso interrotto nel 2010, quando Monguzzi, Piero Mucilli (fisarmonica e pianoforte) e Simone Spreafico (chitarra classica flamencata) ritennero, dopo 15 anni, che quel «sodalizio partito dal basso, dalle bocciofile, fosse arrivato a un punto di stallo, senza la verve della prima ora. Fu un distaccamento naturale», ricorda Monguzzi, che continuò la strada in solitaria, affiancando spesso («con un’intesa impagabile ») uno dei loro riferimenti, Marco Paolini, l’attore del Vajont che il trio dei Mercanti aveva incontrato ad Appunti partigiani il 25 aprile del 2001, iniziando un intenso percorso di collaborazione (basti pensare al magnifico spettacolo Miserabili).

Monguzzi in pieno lockdown ha tirato fuori anche un album da solista in dialetto brianzolo, Zyngher, zingaro. «È il desiderio di riappropriarmi del mio dia-letto, la mia lingua, dopo che per un certo periodo parlarla era come prendere una posizione politica. E quindi è come se ci fosse stata strappata. Anni fa avevo composto Portavèrta, porta aperta, per dimostrare che anche chi vive la mia lingua può esprimere un messaggio di accoglienza: una Padania diversamente libera. E internazionale. Quasi per gioco ho cominciato così a tradurre pezzi di grandi star in brianzolo, come Folsom Prison Blues di Johnny Cash e altri brani dei Clash, di Suzanne Vega e Nick Cave. Un disco in dialetto per parlare al mondo. Zingaro». Ora il riavvicinamento a Piero Mucilli, sulla scia di continui input di amici, appassionati, fan che li spingevano affettuosamente per rivederli risalire sul palco insieme: «E perché non ripartiamo?». E così eccoli riprendere in mano il fraseggio di Lombardia, «forse la nostra canzone più amata», e su proposta di Bagana lanciare questo progetto solidale che nasce da una terra che «per la prima volta sta dalla parte degli sconfitti ». È il 'la' di un nuovo inizio. «Già dall’estate dovremmo cominciare a fare delle date live con Piero Mucilli e altri musicisti che stiamo contattando – aggiunge –. Pensiamo anche a un album che ripercorra i nostri lavori passati, per poi tornare con nuovi inediti. Le mie energie compositive saranno tutte per i Mercanti». E i figli storti, di ieri e di oggi. «I giovani di oggi li conosco meno, ovviamente. Ma penso ci sia sempre, in maniera diversa, un nutrito campionario di 'figli storti' che si muovono 'in direzione ostinata e contraria' », per citare De Andrè, di cui i Mercanti si considerano dei 'figli putativi'. Anche il nome è una citazione del Faber: «Sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore: 'Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?'».

Venticinque anni dopo i Mercanti cantano per la loro Lombardia con i 'figli storti' d’Italia: «Quindi non ci biasimare se non siamo riverenti. È difficile parlare con in bocca il paradenti. Se non puoi volerci bene facci almeno compagnia. Tanto sai dove trovarci. Buonanotte Lombardia».

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