mercoledì 27 maggio 2015
​Nuove serie in corsia ispirate al mitico E.R., come "Chicago Med" o "Dr. Ken". presto anche in Italia.
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Si torna in corsia: dopo un lungo periodo di calma piatta, il genere dei medical drama (le serie americane ambientate in ospedale) torna a dare segni di vitalità. È questo infatti il vero piatto forte della prossima stagione americana – e, di conseguenza, anche della nostra, visto che tutto ciò che è prodotto in Usa arriva a stretto giro anche in Italia: il ritorno in pompa magna di medici, chirurghi e infermieri. Eroi quotidiani che, senza dover ricorrere a costume, maschera e poteri speciali, salvano quotidianamente vite umane, lottando contro la morte. Naturalmente, l’ambizione dei canali americani è quella di tornare ai fasti di E.R. – Medici in prima linea: un telefilm che ha saputo innovare profondamente il linguaggio televisivo, unendo longevità e alti ascolti. Non a caso è proprio a questo modello che si ispirano le due principali novità 2015/2016.  La prima è Chicago Med della Nbc. “Costola” nata dalla serie di successo Chicago Fire, andrà prossimamente in onda su Mediaset Premium e ha come ambientazione un ospedale e pronto soccorso di Chicago, dove medici e specialisti devono intervenire in situazioni ad alto rischio. Lo stesso clima adrenalinico è riproposto dal medical della Cbs Code Black. Anche in questo caso, lo spettatore viene catapultato in uno degli ospedali più affollati di tutti gli Stati Uniti, il L.A. County Hospital. Il titolo della serie, Code Black (“Codice nero”) sta a indicare un codice d’allarme, realmente esistente, che viene dato nelle strutture ospedaliere quando l’afflusso dei pazienti è superiore alla capacità di gestione dell’ospedale: segnala pertanto il rischio di morti per mancanza di cure immediate. La storia porta la firma di Michael Seitzman (North Country, Intelligence) e ha come protagonista un giovane medico appena sbarcato al L.A. County Hospital. Pur non essendo un’assoluta novità, si inserisce nel filone in stile E.R. anche la recente serie The Night Shift (“Il turno di notte”), in onda quest’estate in prima serata su Italia1 e già proposta da Mediaset Premium. Abbordabile solo da stomaci forti, ha per protagonisti degli ex medici di trincea ora arruolati a fare il turno di notte (il peggiore) nell’ospedale di Albuquerque in Nuovo Messico. Le sequenze abbondano di inquadrature truculente, le operazioni vengono riprese nei dettagli e su tutto grava uno stato di permanente precarietà. Nel ruolo del protagonista figura il modello Eoin Macken che compensa con la propria statuaria fisicità quello che non riesce a dare in termini di prestazioni attoriali. Il titolo è stato appena rinnovato per una seconda stagione. E.R. non è però l’unico modello preso a esempio: essendo la nostra un’epoca di talent e di reality, i nuovi titoli ospedalieri hanno pensato bene di ispirarsi anche alla stessa realtà, essendo questa foriera di geni della medicina. Il filone medico si è così contaminato con il genere biografico e questa unione ha permesso di imprimere un maggiore (e decisivo) realismo alle storie. D’altronde, più l’eroe è credibile e le sue capacità straordinarie realmente esistenti, tanto più la serie ha possibilità di sfondare. La Nbc ha dato il via libera al medical Heartbreaker, ispirato alla vita della dottoressa Kathy Magliato. La storia racconta la quotidiana routine, privata e professionale, di una delle poche donne chirurgo in grado di effettuare trapianti di cuore. A interpretarla, Melissa George (Grey’s anatomy). Il canale Abc ha invece scommesso su una biografia medica al maschile: Dr. Ken.  Al centro, la vita dell’attore Ken Jeong che, effettivamente, prima di darsi alla recitazione era un brillante medico. Il suo unico problema era relazionale: non era in grado di interagire serenamente con i pazienti, tanto da dover ricorrere all’aiuto di sua moglie, terapista. Giocando su questo aspetto (alla dottor House), Dr. Ken ripercorre la carriera di Jeong, che tra l’altro non solo firma la sceneggiatura, ma ne è anche l’attore protagonista. Tuttavia sembra che il mix più efficace resti quello, già molto battuto, tra i generi crime e medical: un’unione in grado di azzerare le parentesi buoniste e sollevare interessanti interrogativi sul senso della vita e della morte, senza per forza dotarsi di ambientazioni estreme e adrenaliniche. In materia, il titolo più riuscito è Bones  e, guarda caso, il nuovo medical investigativo della Fox, Rosewood, ricorda proprio l’impianto di questa serie. Se infatti in Bones avevamo un’antropologa forense cinica e geniale, affiancata da un agente del Fbi credente, in Rosewood  il protagonista è Todd Harthan, il miglior patologo di Miami, talentuoso e ottimista. Nonostante lavori sempre immerso nella morte, Todd riesce infatti a vedere la bellezza della vita a differenza della detective, cinica e realista, che lo affianca.
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