mercoledì 29 maggio 2013
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Davide Van De Sfroos sostiene che Max Pezzali sia dotato di «entusiasmo cronico». Ed Eros Ramazzotti ne rimarca «la semplicità nel vivere il successo». Sono solo due dei 14 big con cui Pezzali duetta nelle proprie hit per celebrare vent’anni di carriera (fra gli altri Baglioni, Cremonini, Fiorello, Raf, Sangiorgi), ma sottolineano bene le caratteristiche che hanno consentito al cantautore pavese di restare sulla scena. Perché Max Pezzali è così: entusiasta, semplice, in fondo ragazzino. E dunque, a 45 anni, ancora sincero. In quel suo pop senza pretese («So cantare solo quello che scrivo»), senza boria («Non c’è stacco fra me vent’anni fa e ora, sono uno che vuole raccontare storie vissute, non ho un’evoluzione da cantautore»), e che però - forse per questo - spesso intercetta i gusti della gente comune. Diventando, come sottolinea Jovanotti (con lui nel duetto di Tieni il tempo), «uno che ha reso il pop un linguaggio capace di esprimere un immaginario». E infatti il cd Max 20 (in uscita il 4 giugno) non mostra grande scarto fra i cinque inediti e le 14 hit rifatte in duo, alcune (Gli anni, Come mai, La dura legge del goal) di diritto nella piccola-grande storia del pop, altre decisamente modeste (Sei un mito, Nord Sud Ovest Est): e però rappresentative di un’epoca. Max Pezzali conferma. «Io provo sempre a raccontare lo spirito del tempo che vivo. Vent’anni fa c’era edonismo, e io stesso avevo voracità della vita; però ero già troppo giovane per aver vissuto certe rivoluzioni e troppo vecchio per capire il villaggio globale. Ora canto di più tale incongruenza che nel tempo si è dilatata fino a far vincere sempre e comunque la confezione e mai il contenuto. Persino in politica». Tanto che i primi due inediti (scritti col sodale degli 883 Mauro Repetto) sono canzoni… politiche. «Sì, Mauro ha scritto una pièce teatrale in cui ipotizza un mondo che decide di risolvere i propri problemi creando, con un algoritmo, un presidente unico: appunto Il presidente di tutto il mondo. Ne esce un caos comico, perché dovrebbe rappresentare chiunque e non si può. Però molti oggi fingono di potercela fare, per avere il consenso o vendere qualcosa». Tradizionali gli altri inediti, Ragazzo inadeguato («L’impotenza che viviamo nel vederci lontani dai modelli finti della tv»), I cowboy non mollano («Per dire a mio figlio di pensare con la sua testa») e L’universo tranne noi («Inno all’amore»). Però dopo il ventennale per Max Pezzali niente tour, il cd lo presenta… in libreria. «È dura, non si può programmare con questa crisi: e poi magari dover lasciare a casa le persone. Da ottobre proverò a pensare a un tour, ma comunque tenterò sempre di raccontarmi, con onestà e voglia di emozionare. Almeno finché me lo fanno fare, in un tempo nel quale un deejay ha più spazi di una band».
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