martedì 27 maggio 2014
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​I cuori delle streghe sono sempre fatti di pietra. Anche quello di Malefica è irrimediabilmente perduto, insieme al suo destino, negli oscuri meandri del male. Ha lanciato una maledizione alla dolce, innocente Aurora nel suo giorno più bello, quello del battesimo: al compimento dei sedici anni l’ago di un arcolaio la pungerà, facendola cadere in un sonno eterno. Disperati i genitori, re Stefano per primo, e confusa la corte, atterrito il popolo. Famosissime le prime due parole con cui – lungo mantello nero, bastone nerboruto ostentato come uno scettro e il fidato corvo appollaiatovi in cima – questa indesiderata ospite, elegante e altera, appare nello sfarzoso salone, costringendo pure le tre protettive fatine al silenzio: «Bene, bene...». La Disney, dopo aver realizzato nell’ormai lontano 1959 uno dei suoi capolavori, La bella addormentata nel bosco (dieci anni di preparazione e 6 milioni di dollari di costo, la pellicola più costosa realizzata dagli Studios fino a quel momento), ha deciso di aprire di nuovo quelle splendide pagine e, rincorrendo la moda della trasformazione da disegno animato a realtà, produrre un film che conserva tutto il fascino dell’originale (analogamente Kenneth Branagh ha da poco concluso le riprese di Cenerentola, che uscirà nel marzo del 2015). In Maleficent, da domani in sala, diretto da Robert Stromberg – scenografo due volte premio Oscar e al suo debutto alla regia – la protagonista assoluta è proprio la strega cattiva, anche perché una bellissima Angelina Jolie la interpreta con la dovuta perfidia, ma anche tenerezza. I suoi gesti, le sue parole, hanno però un’origine e per questo il film dedica grande spazio agli anni della sua infanzia felice, quando gli umani e le fate riuscivano a convivere in pace. Lei è la sovrana della brughiera, Stefano un giovane assetato di potere che, cedendo all’avidità e all’invidia, la tradisce, diventando così il re. E una donna tradita, con tutti quei poteri magici, può facilmente trasformare il giorno in notte, l’amore in odio, la gioia in paura.«Sono sempre stato un fan di tutti i cartoni animati di Disney – ricorda il regista –. Papà mi portava al cinema, io ne rimanevo incantato. A quella esperienza indimenticabile dell’infanzia devo la realizzazione di questo adattamento, che non avrei mai immaginato di dirigere come mio primo film. Quello che mi è piaciuto è stato dare la possibilità sia ai grandi che ai piccini di scoprire finalmente la storia di Malefica, il "cattivo" più famoso della Disney, ossia da dove arriva e che cosa l’ha spinta a fare ciò che sappiamo dalla fiaba». C’è sempre un tradimento come causa della vendetta. Malefica è privata del futuro, oltre che di una parte di se stessa. «E ancora una volta è l’uomo a incrinare la sincerità e la bellezza della fata che s’innamora di lui. Con Stefano, interpretato da Sharito Copley, sono una coppia all’inizio affiatata, ma poi tra loro si crea un abisso insanabile e pian piano, per l’ambizione di lui, diventeranno nemici». La cosa che più ha fatto piacere a Stromberg e che ha dato immediatamente il via al progetto è stata la conferma della Jolie nel ruolo di Malefica. «Avere lei sul set e la Disney alle spalle mi ha dato una grande sicurezza rendendo possibile girare il film che volevo, con molta oscurità e molta luce che si fronteggiano e anche quel pizzico di humour che nelle favole non manca mai. E diventa potente la contraddizione tra Stefano e Malefica: lui cerca il potere terreno e la ricchezza, lei di proteggere la sua terra messa in pericolo, la sua dignità lesa. Per entrambi si schiude la strada della tristezza e della vendetta. Toccherà alla purezza di Aurora, che ha il volto solare di Elle Fanning, trasformare questo loro dolore».
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