sabato 4 novembre 2023
I resti dell'antico Theia potrebbero essere presenti all'interno del mantello terrestre: così si spiegherebbe l'anomalia di una densità diversa in alcune aree
Mauritania, un geologo preleva campioni in un sito in cui è caduto un asteroide

Mauritania, un geologo preleva campioni in un sito in cui è caduto un asteroide - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Uno studio basato su accurate simulazioni al computer appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature suggerisce che un gigantesco impatto tra l'antico protopianeta Theia e la proto-Terra, avvenuto circa 4,5 miliardi di anni fa, potrebbe aver creato regioni distinte, per esempio rispetto alla densità, all'interno del mantello terrestre, ovvero in quella porzione del nostro attuale pianeta, compresa tra la crosta e il nucleo terrestre. Non solo, la teoria dell'enorme impatto, i cui detriti hanno dato origine alla Luna, promuove appunto l'idea che la sua verifica sperimentale potrebbe trovarsi nella diversa densità delle masse presenti in queste regioni del mantello terrestre, in quanto in queste aree si troverebbero i resti di Theia. Questi risultati potrebbero migliorare la comprensione della formazione della Terra e della Luna, che per certi aspetti è ancora molto misteriosa.

La teoria, quella dell'impatto gigante, è affascinante ed è stata modellizzata a computer, tuttavia finora non sono state trovate prove dirette dell'esistenza di Theia. Lo scienziato Qian Yuan e i suoi colleghi del California Institute of Technology hanno utilizzato simulazioni per spiegare l'osservazione di due vaste regioni del mantello terrestre in cui si riscontrano anomalie di velocità sismica, a una profondità di circa 2.900 chilometri. Il materiale in queste regioni sembra essere tra il 2,0% e il 3,5% più denso rispetto al mantello circostante. Gli autori suggeriscono che questi materiali densi possano rappresentare residui sepolti del materiale del mantello di Theia, conservati nel profondo della proto-Terra dopo l'impatto gigante che ha dato origine alla Luna. Si ipotizza che questi resti densi fossero grandi decine di chilometri e che siano sprofondate nella regione inferiore del mantello, accumulandosi per formare masse dense sopra il nucleo terrestre, che sono sopravvissute fino ai giorni nostri.

Insomma, gli autori della ricerca ipotizzano che queste regioni dense possano essere una conseguenza naturale dell'impatto gigante che avrebbe dato origine alla Luna. Inoltre, poiché gli impatti giganti sono comuni nelle fasi finali dell'accrescimento dei pianeti, regioni simili nel mantello causate da impatti potrebbero esistere anche all'interno di altri corpi planetari. Questo studio getta nuova luce sulle affascinanti origini della Terra e suggerisce che i segreti dell'Universo possono essere nascosti nelle viscere del nostro pianeta.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI