lunedì 4 novembre 2013
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Ormai, lo diamo per scontato: se c’è da fare un calcolo, i computer sono più veloci dell’uomo. Quindi, tanto vale delegare a loro tutto il lavoro. Eppure, la home pagine americana di Google ci ricorda che non è così. Con un doodle (ovvero una versione speciali del logo di Google per commemorare anniversari di eventi) molto particolare composto da caratteri da calcolatrice e dal ritratto di una donna indiana.Già, non sempre i computer battono l’uomo. Almeno, non tutti gli uomini. Sicuramente non battevano Shakuntala Devi. Scomparsa lo scorso 21 aprile, la donna indiana era nata il 4 novembre 1929, a Bangalore, India. A 3 anni era già in grado di risolvere problemi matematici come un universitario, a sei ottenne un master in matematica presso l'Università di Mysore, a otto anni ottenne un dottorato sempre in matematica. Il tutto, si badi bene, senza l’aiuto di alcun maestro. Shakuntala era la riscossa di noi umani nella gara con le macchine, visto che era capace di fare calcoli e ragionamenti in modo più veloce dei calcolatori elettronici. Un vero genio, dalle capacità mnemoniche prodigiose. Il padre, che lavorava in un circo, ne sfruttò le capacità a fini spettacolari. Mentre lei, per sostenere la famiglia, accettò di esibirsi in pèrogrammi radiofonici e televisivi.Il soprannome di Computer Umano se lo guadagnò quando, nel 1977 all’’Università di Dallas, calcolò la radice ventitreesima di un numero composto da 201 cifre in soli 50 secondi, dieci in meno di quelli impiegati da un potentissimo calcolatore elettronico. A farla entrare nel libro dei Guinness dei primati del 1982 fu una sua perfomance a Londra (avvenuta nel 1980) dove riuscì a moltiplicare due numeri di 13 cifre scelti casualmente da un computer in 28 secondi. Ma la signora Devi era tutto tranne che una fredda calcolatrice. Nella sua vita scrisse di astrologia, ma anche romanzi e libri di cucina. Ora che non c’è più, a ricordarla c’è una fondazione a suo nome che fornisce un'istruzione gratuita ai bambini più poveri. Un gesto che nessun computer sarà mai capace di fare.
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