mercoledì 30 novembre 2011
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«Toglieteci tutto, ma non 90° Minuto». È l’appello accorato che arriva dall’ultima Curva dei nostalgici, quella ancora assiepata in salotto davanti alla tv, dagli ultrà pacifici dell’ultimo “calcio di poesia”, legati da sempre al cordone ombelicale della mitica trasmissione Rai ideata da Maurizio Barendson e Paolo Valenti nel 1970. Oltre quarant’anni di ascolti e di proseliti per quel teatrino nazionalpopolare in cui la conduzione registica e magistrale di Paolo Valenti aveva messo assieme una squadra unica e irripetibile di inviati dagli stadi, assurti ad autentiche “maschere” del costume associato alla nostra tradizione calcistica. Lassù, dalla sua postazione stampa tra le nuvole paradisiache, saremmo quindi curiosi di sapere come commenterebbe Tonino Carino da Ascoli - l’inviato principe di quell’epopea televisiva - la fatale notizia del pericolo di “estinzione” di 90° Minuto.

Quando una ventina d’anni fa, alla morte di Valenti, la squadra dei Carino, dei Castellotti, dei Necco, dei Bubba, dei Giannini e degli Strippoli, si è sciolta, un po’ tutti avevamo pensato che il giocattolo si fosse rotto definitivamente, rigato come un vecchio disco in vinile di Henghel Gualdi, il clarinettista idolo supremo di Pupi Avati, nonché autore della leggendaria <+corsivo>Jazz Band<+tondo>, storica sigla di 90° Minuto. Ieri il vertice del Cda Rai si era riunito con l’intento di puntare a uno “spacchettamento” dei diritti tv sottoscritti con la Lega Calcio: un accordo di 58,5 milioni di euro per i diritti in chiaro per il biennio 2010-2012. «In questo momento storico mi pare una cifra del tutto fuori mercato e da rivedere al ribasso», il commento preoccupato di Paola Ferrari, conduttrice della “Domenica Sportiva” ed ex di 90° Minuto. Sul tavolo dell’incontro la richiesta di uno sconto di circa 20 milioni di euro da parte della Rai per «un prodotto televisivo come il nostro campionato, che nel tempo paradossalmente è diventato ridicolo», dice il direttore di Rai Sport Eugenio De Paoli

«Dell’ultimo turno di Serie A, 90° Minuto ha trasmesso i gol di appena 4 partite, con il match clou che era Siena-Inter. E questo più o meno sarà anche il palinsesto delle prossime giornate. Mi pare evidente che l’offerta non sia più qualitativamente appetibile per il telespettatore, ma questo non certo per colpa nostra, ma per un sistema in cui assistiamo impotenti alla degenerazione del “calcio spezzatino”». Un calcio che è stato pensato ad esclusivo uso e consumo delle pay-tv (Sky e Mediaset Premium) che trasmettono partite a tutte le ore e ormai in ogni giorno della settimana, rimandando ai loro abbonati, le immagini in tempo reale perfino del backstage dell’incontro, infiltrandosi fin dentro agli spogliatoi. Abbiamo detto addio da molto ormai, ai gustosi e romantici siparietti postpartita di Luigi Necco dal San Paolo di Napoli o dal Partenio di Avellino, quando l’inviato veniva letteralmente assalito dalla calca degli scugnizzi in pressing asfissiante pur di strappare un primo piano di “mamma Rai”.

Oggi quando vanno in onda le immagini di 90° Minuto, i gol e le azioni principali della giornata sono stati ampiamente vivisezionati e i commenti del dopo partita arrivano come eco di replicanti dai salotti pallonari delle tante, troppe “matrigne” che sono le emittenti commerciali. «E non è una questione di dati auditel, viaggiamo a una media di 2 milioni e trecentomila telespettatori», sottolinea De Paoli. L’unico problema per la Tv di Stato è reggere la concorrenza finanziaria dei colossi privati di Murdoch e di Mediaset che versano nelle casse dei club di Serie A quasi un miliardo di euro annui di diritti televisivi che incidono per il 63% sul fatturato della nostra industria calcistica. Le offerte faraoniche dei canali Sky e Premium da tempo hanno messo in fuorigioco la tv pubblica che si difende con una mera azione di ripasso posticipato, in attesa del “posticipo serale” che viene riproposto sempre in sintesi ritardata dalla “sorella” di 90° Minuto, la Domenica Sportiva. Quest’ultima, nel summit di ieri era stata inserita alla voce «intoccabile».

E in serata dopo ore di estenuanti trattative la sua posizione è rimasta tale, con in più uno spiraglio di speranza per il salvagente lanciato a 90° Minuto. «Torneremo a trattare con la Lega Calcio per uno sconto sui diritti tv e speriamo di trovare un accordo al più presto», dice leggermente confortato De Paoli. La novità di giornata è che la trasmissione “La Giostra del Gol” che per la gioia degli italiani all’estero va in onda su Rai International, passa sotto la testata di Rai Sport. «“La Giostra del Gol” - continua De Paoli - è una sorta di “Tutto il calcio minuto per minuto” in versione televisiva che ha un bacino di 200 milioni di telespettatori potenziali, tifosi italiani che si sintonizzano, dall’Australia agli Usa, per vedere i gol del nostro campionato». Insomma la partita è ancora aperta, anche se il calcio di poesia è stato sconfitto da un pezzo. E l’ultimo frammento che resta non è televisivo, bensì radiofonico: “Tutto il calcio minuto per minuto”. In un calcio che cambia e si evolve, forse anche 90° Minuto potrebbe cogliere l’occasione per diversificare le sua proposta domenicale come sta facendo la trasmissione di Radio Rai in cui le poche partite di A e l’assenza della B (gioca al sabato) inducono a sperimentare nuove vie, come i collegamenti con i campi della Lega Pro. Un Reggiana-Ternana non potrà contare sugli stessi sponsor di Chievo-Siena, ma su un numero pari o addirittura superiore di tifosi interessati a quella partita di sicuro sì. E allora in attesa che riappaiano in video un altro Paolo Valenti e un Tonino Carino da Ascoli, varrebbe la pena di tentare.

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