martedì 2 giugno 2015
​Mentre l'inchiesta sulle presunte mazzette incassate dai vertici del calcio mondiale va avanti, il presidente appena rieletto ci ripensa. Ma non vuole scendere subito di sella. A rischio i mondiali in Russia e in Qatar. (Nello Scavo)
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Si dimette, ma non esce di scena. Non ancora. Sepp Blatter, dopo gli sviluppi dell’inchiesta sul malaffare nella Fifa, ha annunciato la resa. Il padrone del calcio mondiale proverà però a restare in sella fino alla fine dell’anno. Non sarà facile, specie se arriverà un avviso di garanzia e se dovessero emergere prove difficilmente controvertibili. Le autorità americane stanno puntando proprio su di lui, ritenuto fin dall'esordio dell'indagine come il bersaglio grosso. Anche per questa ragione l'immarcescibile Sepp sta tentando di tenere le redini del gioco il più possibile. Ma se e non appena verranno ufficializzati i capi d'imputazione, difficilmente anche chi lo ha eletto potrà fargli da scudo. A sei giorni dall'arresto di 14 persone con l'accusa di corruzione e ad appena 4 giorni dalla sua rielezione, il 79enne Blatter ha fatto un clamoroso dietrofront convocando una conferenza stampa improvvisa. "Ho pronfondamente riflettuto su questi ultimi 40 anni, che sono stati interamente legati alla Fifa e a questo sport che è il calcio", ha esordito "Tengo alla Fifa più di ogni cosa e voglio solo il meglio per lei e per il calcio. Per questo avevo deciso di ricandidarmi alla presidenza convinto che fosse la migliore cosa per questa organizzazione", ha proseguito. "Le elezioni sono finite ma le sfide per la Fifa non lo sono, essa ha bisogno di una porofonda ristrutturazione. Per questo ho convocato un congresso elettivo straordinario per far si che venga eletto un nuovo presidente dopo di me", ha quindi annunciato. Accolgo e rispetto la decisione di Sepp Blatter. Consentirà un dibattito inclusivo sulla governance della Fifa. Un'occasione per le riforme e il rinnovamento". Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, commentando le dimissioni annunciate dal presidente della Fifa Blatter. Il consiglio straordinario sarà indetto tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016, comunque prima del congresso già programmato nel maggio 2016 in Messico. Blatter lo ha motivato "per far si che tutto venga effettuato conformemente allo statuto e per far si che tutti i candidati si possano candidare. Naturalmente io non sarò fra i candidati". Il presidente uscente ha spiegato comunque: "curerò questo ambizioso congresso. Per tanti anni abbiamo provato a mettere in piedi delle riforem di cui il calcio aveva bisogno". Quasi a rispondere alle accuse dopo lo scandalo corruzione degli ultimi giorni, Blatter ha concluso: "Il comitato esecutivo della Fifa e io non abbiamo il controllo delle singole Conferderazioni. Per questo serve una profonda ristrutturazione". L'ufficio della procura generale svizzera (Mpc) ha ribadito che non sta indagando su Sepp Blatter, presidente uscente della Fifa. Ma uguale dichiarazione non è arriovata dalla procura federale di New York. "Joseph S. Blatter non è sotto inchiesta da parte della MPC. Le sue dimissioni non avranno alcuna influenza sul procedimento penale in corso", ha dichiarato il procuratore generale elvetico in un breve comunicato. "Ora possiamo tornare indietro e riparlare di questi due ultimi Mondiali, ma se fossi il Qatar non mi sentirei tranquillo". Questa la prima reazione di sir Greg Dyke, presidente della Football Association (Fa) inglese, tra i più attivi nel chiedere un passo indietro del Sepp. "Qualcosa è venuto fuori dagli eventi della scorsa settimana che ha provocato la dimissioni di Blatter. Se ne va. Alla fin fine possiamo sistemare la Fifa", ha aggiunto. Dalla Gran Bretagna le pressioni per ottenere le dimissioni di Blatter sono state fortissime in questi ultimi giorni, come anche la richiesta di boicottare i mondiali in Russia 2018. C'è la convinzione diffusa che, come sembrerebbe dimostrare una lettera della federazione sudafricana, che sia stata pagata una tangente di 10 milioni di dollari per ottenere i mondiali del 2010. Sospetti di corruzione sono state formulati in Gran Bretagna anche nei confronti dei mondiali in Russia nel 2018 (che Londra si dice pronta a sostituire) e nel Qatar nel 2022. L'inchiesta avviata dall'Fbi che a due giorni dal voto ha scosso la Fifa, fino a portare all'annuncio delle dimissioni del presidente Blatter si arricchisce di nuovi protagonisti, avvicinandosi sempre più ai vertici. L'ultimo in ordine di tempo a finire nell'occhio del ciclone, è Jerome Valcke, numero due della Fifa, che avrebbe autorizzato il trasferimento da 10 milioni di dollari al centro dello scandalo delle tangenti che sta travolgendo la Federazione calcistica mondiale. La tangente sarebbe stata pagata per assicurarsi i voti necessari a designare il Sudafrica a ospitare i Mondiali del 2010. L'autorizzazione al pagamento è un punto centrale dell'indagine delle autorità americane e porta sempre di più vicino a Blatter. L'indagine sulle tangenti è legata ai Mondiali del 2010. E vede al centro Warner, l'ex vice presidente della Fifa (arrestato la scorsa settimana dalle autorità americane) che avrebbe ricevuto inizialmente un'offerta da 1 milione di dollari dal Marocco nel 2004. Il Marocco era una delle rivali del Sudafrica per ospitare i Mondiali del 2010. La più recente risale alla decisione della Fifa di assegnare al Qatar i Mondiali del 2022. Nel maggio 2011, Warner ha pubblicato un'email di Valcke, in cui quest'ultimo sosteneva che il Qatar avesse "comprato" la Coppa del Mondo. Valcke si è poi difeso dicendo di essere stato male interpretato. Intanto, la Fifa ha sospeso tre suoi manager, fra i quali Enrique Sanz, uno degli uomini al centro dell'indagine americana. Nei guai, ma per altri motivi, anche l'ex presidente della federcalcio brasiliana Ricardo Texeira che, secondo la rivista “Epoca”e poi “Tv Globo” è al centro di una inchiesta (precedente a quella dell'Fbi). Teixeira, che è stato genero dell'ex presidente della Fifa Joao Havelange ed era considerato, prima di cadere in disgrazia, un candidato forte alla successione di Joseph Blatter, è accusato di "lavaggio" di denaro, evasione fiscale, falsificazione di documenti pubblici e falso ideologico. Ad attirare l'attenzione è stato il fatto che Teixeira, assieme ad altre persone tra cui l'ex presidente del Barcellona Sandro Rosell avrebbe "movimentato" ben 147 milioni di dollari (circa 134 milioni di euro) su vari conti bancari, tra il 2009 e il 2012.
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