venerdì 8 marzo 2024
La copertina del settimanale L'Espresso ritrae l'imprenditrice col volto clownesco del cattivo della Dc Comics. Lei valuta azioni legali: "Lesiva e diffamatoria". E i social si dividono
La copertina dell'Espresso con Chiara Ferragni nei panni di Joker

La copertina dell'Espresso con Chiara Ferragni nei panni di Joker - Ansa

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Chi di immagine ferisce, di immagine perisce. Il nuovo caso mediatico scoppiato intorno a Chiara Ferragni arriva dalla copertina dell’Espresso dell'8 marzo che la ritrae col volto impiastricciato di Joker, il pagliaccio triste e schizofrenico nemico di Batman: “Ferragni Spa. Il lato oscuro di Chiara” titola il settimanale sostenendo che «L’influencer è a capo di un impero dove la trasparenza non è di casa».

Inchiesta giornalistica a parte, lo sberleffo della copertina scelta dal settimanale pone in evidenza i cortocircuiti che in una società (e una economia) basata sul doping dell’immagine si possono creare, rapidissimi ed esplosivi.

Chiara Ferragni, travolta dallo scandalo del pandoro Balocco che la vede indagata dalla Procura di Milano per truffa aggravata per pubblicità ingannevole nella beneficenza, si deve difendere adesso soprattutto dall’onda alta del web, tra sostenitori e odiatori. Inevitabile con 29,2 milioni di follower solo su Instagram. Sono le regole del gioco di chi ha esposto H-24 la vita sua e della sua famiglia alle telecamere, e lei lo sa bene. Ma il gioco ora si fa duro, anzi durissimo.

L’immagine clownesca dal trucco disfatto rosso e blu scelta per lanciare un’inchiesta sulle aziende dell’imprenditrice, per contrasto ci dimostra quanto volatile sia il mondo dell’immagine intorno a cui ruotano i nostri interessi e gli interessi (economici) degli altri. Dagli altari alla polvere, è un attimo. Che si sia innocenti o colpevoli, non importa.

Per la cronaca, Chiara Ferragni ha dato mandato ai propri legali di valutare ogni tipo di azione legale nei confronti della società editrice del settimanale L'Espresso. I suoi avvocati contestano inoltre la portata «gravemente diffamatoria e lesiva» dell'uso fatto in copertina dell'immagine della propria assistita «palesemente denigrata e svilita proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata». Mentre il marito Fedez, nonostante la crisi della coppia, la difende a modo suo a suon di bastonate social. «A quando una bella inchiesta sul vostro proprietario petroliere? Aspetto con ansia», si legge nel messaggio accompagnato da una foto del proprietario del settimanale Donato Ammaturo, presidente del Gruppo Ludoil Energy della famiglia, con il volto truccato da clown allo stesso modo della moglie Ferragni.

Intanto i social si scatenano e si dividono proprio sull’opportunità di questo tipo di copertina così aggressiva. C’è chi ha trovato di pessimo gusto la scelta in sé, chi appunto l’ha trovata offensiva proprio nella Giornata della donna, chi invece, invocando la parità di trattamento per tutti, plaude a un tipo di scelta irriverente già usata in passato per politici e imprenditori maschi.

In effetti lo sberleffo sul viso angelico della Ferragni risulta molto fastidioso: perché? Perché l’immagine del controeroe della Dc Comics clown col rossetto disfatto e l’occhio pesto, fa letteralmente a cazzotti con l’immagine perfetta su cui Chiara Ferragni, dal rossetto tinta pesca e il sapiente ombretto beige dorato che ne esalta l’occhio celeste, ha costruito la sua carriera. Su quell’immagine bionda, bon ton borghese, madre di famiglia e imprenditrice dalla vita da sogno, su quel volto solare a cui sognavano di assomigliare milioni di ragazze, Chiara ha sviluppato la credibilità del suo marchio. Che ora è pesantemente minata soprattutto dal terremoto mediatico in corso.

Fondare tutto sull’apparire rischia anche di creare una economia apparente? Ed anche una vita apparente? La questione va ben oltre Chiara Ferragni, che comunque è uno dei modelli mondiali dello stile economico e relazionale dei nostri tempi social. Il pensiero va a tutti e tutte coloro, specie se giovanissimi, che si ispirano non solo a lei ma puntano tutto sull’immagine pubblica, andando spesso incontro più a rischi che a vantaggi, di tipo psicologico ed emotivo. Causati dalla risposta degli altri, chiunque essi siano, all’esposizione della propria immagine. Si sognano l’amore, la gloria, il denaro, l’approvazione e si finisce col dipendere dal giudizio degli altri, perlopiù sconosciuti, che possono applaudire quanto denigrare conoscendo solo la nostra rappresentazione. Mentre è solo la verità, come diceva Qualcuno un po’ di tempo fa, che ci rende davvero liberi.

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