lunedì 9 dicembre 2024
Uno studio archeologico si muove la città greco-romana di Darazya e i reperti della Seconda guerra mondiale
I resti dell'edificio H1

I resti dell'edificio H1 - P. Zambrzycki

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El Alamein non è nota soltanto per essere stata teatro di due importanti battaglie durante la Seconda guerra mondiale. Situata sulla costa egiziana affacciata sul mar Mediterraneo, a cento chilometri a ovest di Alessandria, la città ospita le rovine greco-romane di Darazya. Questo complesso non è l’unico d’importanza storica presente nella zona: qui si trovano anche strutture militari risalenti al biennio 1941-1942. L’area è stata oggetto di ricerche da parte delle università polacche di Breslavia e Jagellonica, da cui sono emerse nuove informazioni sulla rilevanza archeologica del sito.

Le rovine di Darazya erano già note nel XIX secolo, citate da geografi e viaggiatori, ma il recente studio, condotto tra il 2021 e il 2022, ha contribuito al quadro di conoscenze sulle rotte marittime e terrestri tra Alessandria e la Cirenaica. La prima fase di studio si è concentrata sulla conservazione del luogo, in previsione della possibilità che, in futuro, sia aperto ai turisti. La seconda, invece, ha riguardato l’analisi stratigrafica e architettonica del sito. Sono tre le tipologie di strutture esaminate: gli insediamenti residenziali, due cisterne interrate e i resti militari.

I frammenti dell'altare in pietra

I frammenti dell'altare in pietra - R. Czerner

Le abitazioni sono circondate da mura, che in alcuni punti raggiungono un’altezza di 1,6 metri. Una delle case, identificata dai ricercatori con la sigla H1, ha una sala principale che funzionava come spazio da ricevimento, attorno a cui si sviluppa il resto dell’edificio con altre stanze e un vano scala. Una seconda abitazione (H3) presenta una disposizione degli spazi simile, con la sala da ricevimento principale che si affaccia su un cortile circondato da quattro stanze più piccole. Un terzo edificio (H2), il più ampio tra quelli visibili oggi, non sembra essere residenziale. È situato al centro del sito e formato da tre stanze collegate. I muri sono in pietrisco, tenuto insieme da argilla e intonacato con malta di calce. Alcuni presentano anche pietre da taglio in calcare. Le pareti divisorie sono costruite con lastre di pietra, mentre quelle in calcare o pietrisco compongono i pavimenti.

Oltre alle abitazioni, ad attirare l’attenzione degli studiosi sono state le decorazioni architettoniche con forme geometriche simili a quelle del sito di Marina El Alamein. È a partire da questi dettagli che i ricercatori hanno ipotizzato la datazione degli insediamenti, risalenti al periodo greco-romano. Analisi supportata dagli scavi stratigrafici preliminari condotti sulle rocce della casa H1. Nello stesso edificio sono state riportate alla luce anche tracce di piccoli altari in pietra probabilmente legati al culto domestico. In superficie, invece, sono stati trovati cocci di anfore, pentole, padelle e ciotole. A questi si aggiungono numerosi frammenti di sigillata cipriota, un tipo di ceramica importata particolarmente fine e ricoperta da vernice rossa, solitamente utilizzata per i servizi da tavola.

La disposizione del sito di Darazya, con gli edifici residenziali (H1, H2 e H3), le cisterne (C1 e C2) e le strutture militari della Seconda guerra mondiale (S)

La disposizione del sito di Darazya, con gli edifici residenziali (H1, H2 e H3), le cisterne (C1 e C2) e le strutture militari della Seconda guerra mondiale (S) - grafica di S. Popléawski

Per quanto riguarda le due cisterne, entrambe sono alte cinque metri e contribuivano al sistema di approvvigionamento idrico della regione. Sono scavate nella roccia calcarea e formate da pilastri rettangolari posizionati nella parte centrale. Essendo interrate, era possibile accedervi soltanto attraverso dei pozzi stretti. Esternamente sono circondate da pareti lunghe dai dieci ai quattordici metri e mezzo e originariamente ricoperte da malta idraulica.

Nel sito di Darazya, all’insediamento residenziale si aggiungono le strutture militari utilizzate nelle battaglie di El Alamein, quando l’esercito britannico si era insediato nella zona tra il 1941 e il 1942. Il complesso principale, formato da blocchi in calcare ricoperti da cemento armato, è composto da diciassette rifugi sotterranei collegati tra loro. Vi si accedeva da tre entrate costruite in superficie.

Le due cisterne interrate

Le due cisterne interrate - P. Zambrzycki & S. Popléawski

Accanto all’analisi dei resti, anche la conservazione di Darazya è uno degli obiettivi principali degli studiosi. Per questo motivo sono state impiegate tecniche di restauro come l’anastilosi, che consiste nel ricomporre le costruzioni originali. In questo modo, oltre a mettere il sito nelle condizioni di poter diventare un’attrazione turistica, è possibile osservare e studiare con maggior facilità le rovine greco-romane.

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