lunedì 28 settembre 2015
I granata sono a meno due dalla vetta, ma soprattutto a più 8 dalla Juventus dell’ex genio, ora unico capro espiatorio Max Allegri. (Massimiliano Castellani)
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Il primo falò delle illusioni si è spento alla sesta giornata. L’Inter bruttina ma audace di Roberto Mancini si sgonfia, infilzata in velocità per quattro volte dalla Fiorentina del “Mourinho minore” Paulo Sousa. Se son rose fioriranno, ma per ora una Viola sboccia in questo autunno di aurea mediocritas del pallone italico. LA GRANDE AMMUCCHIATA La capolista Fiorentina torna in vetta dopo oltre 15 anni (503 partite e 6069 giorni). Non ce ne vogliano gli amanti indefessi della Serie A, ma è l’unico torneo europeo che non ha veri club leader e pochissimi fuoriclasse in campo. Due elementi che spiegano come metà delle venti iscritte alla massima serie dopo 450 minuti sono raccolte in sei punti e quindi tutte sullo stesso gradino del podio delle speranze. Il miglior calcio, oltre alla Fiorentina, prima a sorpresa, si pratica nella provincia estrema: Sassuolo e Chievo. Segnali incoraggianti anche dal laboratorio sperimentale del Napoli di Maurizio Sarri. La vittoria contro la Juventus vale al tecnico toscano una mezza riconferma anche per l’anno prossimo, e quello che è stato salutato come il potenziale “Orrico del terzo millennio” incassa la fiducia del popolo partenopeo e soprattutto l’encomio di patron Aurelio De Laurentiis. Bastano tre punti in più in classifica per ribaltare i valori, sconvolgere i piani e tornare a proclamarsi da scudetto: l’hanno fatto a Milano fino alla settimana scorsa e ora lo fanno a Napoli, ma anche su tutte e due le sponde romane. Ma non si parla di tricolore a Torino... QUEL TORO A PIU’ 8 DALLA JUVE Eppure al Torino, per una volta potrebbero anche sbandierare sogni di gloria. I granata sono a meno due dalla vetta, ma soprattutto a più 8 dalla Juventus dell’ex genio, ora unico capro espiatorio Max Allegri. La squadra di Ventura gioca un calcio champagne, Benassi contro il Palermo realizza un gol alla Van Basten e la legge dell’Olimpico recita: 3 successi su tre. È un Toro scatenato che fa gongolare il presidente Urbano Cairo, mentre il tecnico genovese, parsimonioso anche con le emozioni, raccomanda un prudente «stiamo con i piedi per terra». E forse Ventura fa bene, c’è già un 50% del campionato che è socio onorario del club delle illusioni e con il procedere del torneo aumenta il numero degli illusionisti. Chi sono? Noi ne abbiamo individuati già una mezza dozzina, lasciamo a voi il compito di scovare e magari segnalarci i “grandi illusionisti” di questo avvio di stagione.
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