sabato 10 febbraio 2018
A colloquio con Paolo Ruffini, il direttore della programmazione di Tv2000 e InBlu Radio. «Siamo inconfondibili e parliamo un linguaggio che ci caratterizza: questa è la nostra forza»
Ruffini: «Diversi dalle altre emittenti, capaci di dialogare con tutti»
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«È una tv, è una radio, è una galassia social con un’identità precisa che ne fa una pietra di paragone essenziale per chi cerca l’innovazione e la qualità in tv». Paolo Ruffini è il direttore di rete di Tv2000 e InBlu Radio. Per definire le due emittenti e gli spazi social connessi punta tutto su ciò che le distingue dal panorama delle televisioni e delle radio italiane, lui che fra le altre cose è stato vicedirettore al “Messaggero”, direttore di Rai3 e direttore di La7.

Cosa vuol dire, in particolare, fare programmi per Tv2000 e InBlu Radio? Che differenza c’è dal lavorare in altre realtà analoghe?

«Direi che sono due le differenze essenziali. Per prima cosa abbiamo una nostra specifica identità che non abbiamo mai abbandonato e che, semmai, in questi vent’anni è stata rafforzata. In un panorama radiotelevisivo in cui si fa fatica a distinguere un canale dal-l’altro, parliamo un linguaggio che ci caratterizza, pur essendo quello del nostro tempo. Questo ci consente di “essere per tutti”, di non essere escludenti, ma inclusivi anche at- traverso volti noti come, fra gli altri, Paola Saluzzi, Licia Colò, Arianna Ciampoli, Cesare Bocci, Beatrice Fazi. Del resto già Paolo VI ricordava che non serve raccontare la verità se si usa un linguaggio che allontana, che i contemporanei non capiscono».

La seconda differenza?

«Siamo una realtà piccola, che non può competere con Rai o Mediaset. Tuttavia lavoriamo convinti del fatto che non è vero che il piccolo conti meno. Abbiamo un nostro peso specifico proprio in virtù della nostra identità. Lo stesso papa Francesco ci ricorda, come nel racconto biblico di Elia, che quando Dio non parla col tuono, comunica col sussurro di un vento leggero. I nostri programmi sono tesi a creare una relazione significante col pubblico».

Quelli più significativi? «Vorrei citarli tutti perché sono il frutto di un lavoro di squadra. Ma se devo scegliere i primi che mi vengono in mente sono i due contenitori, Bel tempo si speracondotto da Lucia Ascione e Siamo noicon Massimiliano Niccoli e Gabriella Facondo. Due alternative radicali alla tv fondata sul gossip, sulla cronaca nera, sulla rappresentazione degradata del tempo in cui viviamo. Poi c’è il programma di medicina dalle 10 alle 11 che presto avrà un approfondimento in prima serata, quello di cucina Quel che passa il conventoche vuole recuperare il tema della semplicità e dell’accoglienza conviviale con Virginia Conti e dom Domenico Destradis...».
Non possiamo citarli tutti, ma negli ascolti vanno forte anche la Messa e il rosario.

«Hanno una media di share altissima rispetto al nostro daytime che fa segnare solitamente l’1%: quello da Lourdes alle 18 raggiunge anche il 4%, più di 500 mila ascoltatori. Ma anche in nostri programmi culturali fanno registrare share significativi. Terza pagina, alle 12, sempre sopra l’1%, è uno dei programmi culturali più visti in tv».

Le novità?

«Col gesuita Marco Rupnik partirà a fine autunno La santa bellezza su arte, fede e cultura. Ci sarà Angeli del mare per raccontare le storie di salvataggi di migranti. E poi Credere per sempre per parlare della bellezza del matrimonio con l’attrice Beatrice Fazi. E andremo anche all’estero. Abbiamo concluso un accordo con la cinese 'GBTimes' per il programma I borghi d’Italia con Mario Placidini».

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