martedì 16 novembre 2010
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Per dieci mesi la reunion di Lucio Dalla e Francesco De Gregori, dopo i trionfi del 79 e il tonfo in diretta tv del Capodanno 98, è rimasto un «work in progress». E tutto lascia pensare che rimarrà tale pure in futuro. Per ritoccare quei bilanci che gli hanno permesso finora di volatilizzare oltre 150 mila biglietti e sintonizzare gli animi in vista di un possibile album a due, i due cantautori si preparano ad un nuovo giro di concerti, al via il 30 novembre dagli Arcimboldi di Milano. Un viaggio affrontato con l’abbrivio del doppio cd, da oggi nei negozi, in cui trovano spazio ventotto brani live, fra cui gli inediti Non basta saper cantare e Gran turismo, più una versione in studio di Generale. L’album disponibile pure in una special edition impreziosita da un dvd di contenuti speciali e in una limited edition di quattro 33 giri di vinile. «Un album anomalo, strano, come questo sodalizio» secondo De Gregori. «Questa avventura è nata perché una mattina a Solferino ci siamo ritrovati alle 7 davanti ad un caffé. Scambiandoci uno sguardo malmostoso, per l’ora e per la qualità non eccellente del caffé ci siamo detti: tentiamo. Ed è andata bene».Trent’anni dopo «Banana Republic» non era affatto scontato che la sintonia tra voi sarebbe stata ancora la stessa.Dalla: Banana Republic nasceva dall’impeto di Francesco e dal mio buon momento, questo Work in progress invece è il frutto di un continuo maturare, della voglia di appropriarci ciascuno delle canzoni dell’altro. Mai condivisione è stata così totale. Fra l’altro questa formula mi regala ogni sera il piacere di cantare brani come Santa Lucia o La leva calcistica della classe 69 che considero dei capolavori assoluti.De Gregori: Nel 79 condividevano la gioia del palcoscenico ma repertori diversi e band separate, mentre oggi tutto è totalmente condiviso, fuso in un’unica cosa.Dalla, alla vigilia del vostro tour lei dichiarò: Io De Gregori non lo sopporto. Ma non mi dispiace suonare con lui.Dalla: Chi si mette in gioco deve mischiare le carte, confondere. E quello è stato un modo di sviare l’attenzione. In realtà se oggi io scrivo testi lo devo principalmente a due grandi autori: Roberto Roversi e Francesco De Gregori.Come cambierà ora lo spettacolo nei teatri?Dalla: Avremo una nuova scenografia di Mimmo Paladino e qualche nuova canzone in repertorio tipo le mie Washington, Tu non mi basti mai o Generale e Cardiologia di Francesco.Qualche giorno fa è scomparso Vincenzo Micocci, il discografico attorno a cui è cresciuta la canzone d’autore anni Settanta.De Gregori: Dalla l’ho conosciuto proprio alla It, l’etichetta di Micocci. Il ricordo che ho di Vincenzo è molto personale e preferisco tenerlo per me, posso solo dire che è stato uno dei discografici più illuminati che abbia mai conosciuto. Non sono stati tanti.De Gregori, lei nel documentario «Back to back» allegato all’edizione "deluxe" di «Work in progress» dice di aver trovato un Dalla diverso in un paese diverso. Dalla è migliorato e il Paese?De Gregori: «Peggiorato. Ma è peggiorato pure il mondo. E forse sono peggiorato pure io. Una cosa è certa: siamo tutti più disorientati. Un tempo far parte della storia lo sentivamo come un privilegio, oggi ci appare sempre più spesso un peso».
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