giovedì 1 luglio 2010
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«La forza del cinema è nella sua capacità di incidere nell’immaginario delle persone, saldando la bellezza delle immagini con la ricchezza del contenuto». Per don Ciotti il grande schermo può farsi mezzo di ricerca per verità e giustizia, come tutte le forme d’arte. «Perché la cultura – aggiunge –, è incompatibile con le mafie, che si ingrossano di disinformazione e superficialità». Sta tutto in questa filosofia il senso di «Libero cinema in libera terra», manifestazione cinematografica itinerante, giunta alla sua quinta edizione promossa dall’associazione Libera e dalla Fondazione Cinemovel, presieduta da Ettore Scola. La kermesse nomade dal 13 al 24 luglio girerà l’Italia dal Piemonte alla Sicilia, «colonizzando» con la divulgazione le terre confiscate alle organizzazioni mafiose. Presentato ieri a Roma nel luogo simbolico del Nuovo Cinema Aquila (bene sottratto alla criminalità organizzata nel 2008), l’evento nelle sue 12 tappe trasformerà le piazze della Penisola in luoghi di incontro, riflessione e scambio fra i cittadini con il filo conduttore delle immagini: storie di diritti universali, pace e legalità, raccontate con documentari e film italiani e stranieri, di forte impegno sociale. «Mi piace pensare che oggi sia la vera prima tappa della nostra "carovana" – ha dichiarato Elisabetta Antonioni coideatrice di Cinemovel, aprendo l’incontro romano – perché già questo è un luogo simbolo di libertà e legalità». E ha aggiunto don Ciotti «L’importante è non parlare du nafue attraversi vicende fortemente romanzate e spettacolirazzate: quando si tratta di temi così delicati, la rappresentazione deve stimolare la sete di conoscenza, l’assunzione di responsabilità e la speranza». Il tour, che quest’anno vede come novità il coinvolgimento del Nord Italia, prenderà le mosse il 13 luglio da San Sebastiano da Po, in provincia di Torino, nel bene confiscato Cascina Caccia, per proseguire in territorio lombardo il 14 a Galbiate, a Villa Coco Trovato, e il 15 a San Demetrio ne’ Vestini in Abruzzo. Dal 17 al 20 luglio poi sarà in Sicilia: Corleone, Monreale, Paceco, Belpasso. A seguire la Calabria a Polistena e ancora in Puglia a Mesagne e la tappa finale il 24 luglio a Castel Volturno, Campania. Tra i titoli presentati, «scelti – ha precisato la Antonioni – in collaborazione con le cooperative che gestiscono gli eventi locali», Fortapàsc di Marco Risi sull’assassinio da parte della camorra del giornalista napoletano Giancarlo Siani, Comando e controllo di Angelo Puliafito, documentario sullo stato di emergenza dopo il terremoto a L’Aquila, città al centro anche di Draquila di Sabina Guzzanti; È tempo di cambiare di Ferdinando Muraca, storia d’amore fra la figlia di un boss e un ragazzo con alle spalle una famiglia vessata dalla ’ndrangheta. A rappresentare il diritto di libertà oltre qualunque frontiera, anche i titoli stranieri: Persepolis di Marjane Satrapi e Rough Cut di Firouzeh Khosrovani, due registe iraniane, Rachel di Simon Bitton, franco-israeliana che torna nei territori occupati con un’inchiesta sulla morte di Rachel Corrie, giovane pacifista americana uccisa dagli israeliani nel 2003. Storie che, se non possono cambiare la realtà, «hanno lo scopo, attraverso la magia del cinema – ha concluso Ettore Scola – di suscitare almeno idee e qualche dubbio».
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