venerdì 19 dicembre 2008
In uscita c’è perfino un lavoro sulle adozioni dei gay. Per le famiglie solo «Madagascar 2» ed «Ember»«Il bambino col pigiama a righe» è una favola nera sul tema dell’antisemitismo raccontato attraverso l’amicizia tra due ragazzini. Nonostante il cast stellare delude «The spirit» di Miller.
IL CASO: I media non vedono il cinepanettone, ma lo promuovono
COMMENTA E CONDIVIDI
Le feste sono ormai alle porte, ma da anni sugli schermi a di­cembre non arrivavano film così poco natalizi. Con qualche ec­cezione, s’intende. Sotto l’albero più piccoli ritroveranno Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo protagonisti di Madagascar 2 - Via dall’isola di Eric Darnell e Tom McGrath nel quale i quattro animali fuggiti dallo zoo newyorkese nel precedente episo­dio tentano di fare ritorno alle co­modità urbane. Si ritrovano invece nelle vaste pianure africane dove scopriranno l’esistenza dei propri si­mili, addirittura di una famiglia, e sa­ranno nuovamente costretti a met­tere alla prova l’amicizia che li lega. Veloce, colorato, ricco di citazioni e parodie, costellato di brillanti dialo­ghi, il film è attraversato da una ve­na di irriverente follia in grado di soddisfare anche i palati adulti. Lontani dalla volgarità dei cinepa­nettoni, Aldo Giovanni e Giacomo tentano con Il cosmo sul comò, film diretto da Marcello Cesena in quat­tro episodi collegati da una surreale cornice, di divertire il pubblico per­correndo anche strade diverse dalla comicità alla quale ci hanno abitua­to. Tra famiglie in par­tenza per le vacanze ma costrette a bivaccare nel prato di San Siro e preti di campagna decisi a ve­nire a capo di loschi af­fari, magiche pinacote­che con personaggi che passano da un quadro all’altro a coppie dispo­ste a tutto pur di avere un figlio, il film esplora ge­neri e stili diversi, ma con l’unica eccezione del segmento Temperatura basale, gli episodi trabal­lano nella struttura nar­rativa che non riesce mai a risolversi nel finale. Ch­ristian De Sica, Massimo Ghini, Michelle Hun­ziker, Fabio De Luigi e Paolo Conticini sono tra i protagonisti di Natale a Rio (vietato ai giornali­sti, come raccontiamo nel box grigio a lato) di Neri Parenti che questa volta sposta vacanze e tradimenti, bugie ed e­quivoci, sole e canzoni in Brasile.  L’ordine dei fattori può essere inver­tito, ma il prodotto non cambia. Chi pensa invece che Natale al cine­ma non sia sinonimo di risate non ri­nunci a Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman in cui il pic­colo Bruno, figlio di un ufficiale na­zista, lascia Berlino con tutta la fa­miglia per trasferirsi in una desola­ta abitazione nei pressi di un campo di concentramento. Convinto che il lager sia una fattoria, Bruno si spin­ge fino al filo spinato che delimita l’inferno e diventa amico di un coe­taneo ebreo al quale fa visita ogni giorno. Tratto dal romanzo per ra­gazzi di John Boyne e completa­mente ancorato al punto di vista del protagonista, il film è un inno al­l’immaginazione infantile, una fa­vola nerissima su odio e pregiudizio destinati a sopravvivere come un vi­rus. Per i più giovani c’è anche Ember ­Il mistero della città di luce di Gil Ke­nan: la storia di due ragazzi destina­ti regalare nuova speranza ai loro concittadini dopo che una catastro­fe ha lasciato il mondo senza ener­gia e cibo, ha evocato metafore reli­giose che rimandano alla salvezza ottenuta solo attraverso un cammi­no di fede. Ma in realtà il film pro­cede tra nemici e ostacoli come un videogame, senza approfondimen­ti psicologici né guizzi visionari. Convince invece La duchessa di Saul Dibb, con Keira Knightley nei panni di Georgiana, destinata a diventare Duchessa di Devonshire. Il matri­monio combinato con l’algido duce Cavendish sarà un incubo che tra­scinerà la giovane nobildonna, alla quale il marito non persona la man­canza di un erede maschio, in un in­ferno fatto di eccessi, alcol e gioco d’azzardo. Realmente vissuta nel Di­ciottesimo secolo, la ribelle Geor­giana, vera e propria star dell’epoca, mostra tra le righe della sua triste storia anche la drammatica vicenda di Lady Diana Spencer, sua diretta discendente. Prepari poi i fazzoletti chi sceglie Come un uragano di George C. Wolfe in cui Richard Gere e Diane Lane, per la terza volta in­sieme sullo schermo, si cimentano in una storia di amore e morte, lettere e parole non dette, fallimenti e rina­scite a partire dal romanzo di Ni­cholas Sparks. Delude The Spirit scritto e di­retto da Frank Miller a partire dal fumetto di Will Eisner: nonostante il cast stellare e lo stile raffinato, il film scivola su dialoghi inascoltabi­li e personaggi spesso involontariamente ridi­coli. Inopportuno infine l’ar­rivo nelle sale a Natale di Baby Love, commedio­la diretta da Vincent Ga­renq su un gay deciso ad avere un figlio, a qua­lunque costo. Buonismo e leggerezza caratteriz­zano la storia che rinun­cia però a interrogarsi sul senso della famiglia approdando sugli scher­mi in un momento in cui proprio la famiglia è al centro della festa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: