martedì 4 aprile 2023
Che servano delle regole sulla privacy è cosa certa, ma fermare tutto è solo utopia. Va piuttosto alzato il livello di coscienza
Non ha senso vietare ChatGPT. La capiremo solo vivendola

Antonio Mendes da Silva / MMSH / 4.0 International (CC BY 4.0)

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Il blocco di ChatGpt in Italia da parte del garante è l'assist perfetto per una riflessione su quanto siamo l'esercito disperso di una disfatta culturale difficilmente rimediabile e in ritardo rispetto alla ineluttabilità del progresso digitale che innerva già da ora il nostro mondo. Nel luglio del 2021 con l'articolo “Quella fantasia che l'intelligenza artificiale non potrà avere mai” introducevo le principali filosofie linguistiche su cui si costruisce il telaio delle IA, fondamento per tutti gli algoritmi di ricerca e le associazioni cognitive che coagulano i vari contesti nella web sfera. Ricordo che ai più apparivano astrusità incomprensibili. Oggi il tema è quotidiano come il pane e nonostante questo è ancora lontano il tempo in cui le nostre categorie potranno definirsi all'altezza della sfida.

Che le IA vadano regolamentate è certo, ma la direzione intrapresa denuncia una valutazione parziale del fenomeno che sfocia in risoluzioni da retrovie di controriforme impossibili e obsolete. Fermare tutto per capire sarebbe utile, probabilmente, ma bisogna rassegnarsi che si tratta di una utopia priva di fondamento. La ricerca sulle IA non si ferma, implementata istante dopo istante anche dai nostri continui contributi, anche del legislatore, e non terrà conto di blocchi e moratorie come quella lunga qualche giorno proposta da circa mille firmatari, invocate per creare il caso o per tutelare interessi di gruppi che vedono minacciati i propri affari. Oggi l'insider (estensione del termine usato in borsa) è pervasivo e i leaks, volente o nolente, non sono più il monopolio di precursori difficili da classificare come Assange. Sono la norma di un intrico di dati senza precedenti.

Ciò che si contesta a ChatGpt è ovunque e comunque in atto. Quella idea di privacy – non fa piacere constatarlo ma è necessario essere realisti – non è più applicabile da tempo. La websfera è una attualizzazione spinta delle comuni, dai kolkotz e le bolle hippie, esperimento sociale trasversale a vari “credo” e altrettanti momenti storici. È un condominio enorme privo di muri dove la specificità della funzione delle stanze svanisce in un omogeneo differenziato di informazioni. È così praticamente dal principio.

Oggi il fenomeno è diventato totalizzante, ma fermare ChatGpt non cambia nulla, nulla. Forse è funzionale a mostrare che si fa qualcosa. Il mondo però è già talmente diverso che l'approccio non può essere minimamente tradizionale. Nemmeno le autocrazie più estreme sono in grado di impermeabilizzare la realtà dall'inquinamento e dalle perdite accidentali digitali di notizie immagini e così via. Figurarsi dalla invenzione di contenuti.

Chi è appena un po’ padrone di codici e hardware può bypassare praticamente ogni barriera. Quando parlo come uno stupido con ChatGpt, è evidente che ogni cosa io dica diviene oggetto di profilazioni multiple di cui neanche gli autori stessi sono del tutto consapevoli. Ma questo avviene ugualmente quando faccio una ricerca su un qualunque motore digitale o navigo un sito; vengono valutati i tempi che impiego a soffermarmi sulle immagini, viene ascoltato ciò che dico quando parlo in presenza di uno smartphone o di uno smartwatch e tanto altro. Blindarsi è inutile, il bit penetra ogni barriera più di fotoni e radiazioni, la sua materia è concreta e impalpabile, è materia cognitiva, attraversa senza problemi qualunque ostacolo le si possa opporre, anzi finisce per gestirlo.

Cosa fare? E chi lo sa? Di certo credere in un rimedio vecchio stile come il veto è una cantonata che rischia di arretrare le coscienze più di qualunque assuefazione all'assistente virtuale. Gli effetti devastanti delle varie IA sono ineluttabili in ogni campo insieme a quelli positivi, l'unica via è viverli e sperimentarne gli antidoti dialogici per capire minimamente dove siamo, opporsi è inutile. Non servono barriere inefficaci, serve introiettare questa realtà ed acquisirne una coscienza nuova, serve alzare il livello di cosa significa manifestare il proprio essere umani, serve la fatica di pensare in modo nuovo. Pensare, non blindare, perché forse non è giusto ma di certo è impossibile.

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