mercoledì 16 marzo 2016
Cent'anni fa il debutto di Bert Williams, il primo comico nero
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Nel 1916, un anno dopo la comparsa nelle sale americane del discusso capolavoro del cinema muto Nascita di una nazione diretto da David Wark Griffith, in cui i cavalieri incappucciati del Ku Klux Klan venivano ritratti come nobili paladini della giustizia e precursori del mito dell’eroe a stelle e strisce, faceva la sua apparizione anche A Natural Born Gambler, la prima pellicola scritta, diretta e interpretata da un nero americano: Bert Williams. Un versatile caratterista nato a Nassau, capitale delle Bahamas, nel 1874 e scomparso a New York nel 1922, specializzato in commedie e vaudeville teatrali in cui la parte recitata era spesso inframmezzata da siparietti cantati con strofe orecchiabili o motivi in voga all’epoca. La sua singolare carriera iniziò proprio con il blackface, che consisteva nell’impiastricciarsi il viso di nero fumo rimarcando le labbra di rosso, per realizzare in questa maniera una forzata parodia del nero afroamericano, così come impersonato da Al Jolson ne Il cantante di jazz del 1927, il primo film sonoro nella storia del cinema. Ma il genere in cui Egbert Austin Williams, detto Bert, diventa un vero e proprio astro nascente è il Minstrel show, una miscellanea di sketch comici, varietà, danze ritmate e musica, interpretati fino a un certo punto da attori bianchi in blackface e, dopo la guerra civile, da attori di colore anch’essi palesemente camuffati in volto grazie al make up scuro. Una rappresentazione movimentata e briosa, per quanto razzista negli stereotipi assecondanti la mentalità chiusa del tempo, con le figure di matrone in cuffia che intonano spiritual, sfrenati ballerini, divertenti ammiccamenti e sguardi sgranati di blackface. La popolarità di Bert Williams, che fa coppia con George Walker, è talmente ampia da essere l’artista nero che ha venduto più dischi prima del 1920; e il settimanale “New York Dramatic Mirror” nel 1918 lo definisce «uno dei più grandi attori del mondo».  Dopo la morte di Walker, Bert partecipa alle Ziegfeld Follies, lo spettacolo che dal 1907 al 1931 infiamma i palcoscenici di Broadway e che annovera tra le proprie fila comici e caratteristi all-white: la presenza sulla ribalta di Williams suscita infatti in una serie di malumori che sfociano in una sorta di ultimatum da parte del cast. Però l’impresario Florenz Ziegfeld è altrettanto categorico: «Posso sostituire ciascuno di voi, tranne Williams». Perché lui è un’autentica attrazione, in quella sua riconoscibile ed esilarante blackface. E poi il grande schermo, grazie alla conoscenza diretta e alla stima di William Nicholas Selig il quale, prima di svolgere la professione di produttore cinematografico, si esibiva come mago nei vaudeville. Bert compare, nel ruolo di se stesso, nel frammento Lime Kiln Field Day del 1913 e in Darktown Jubilee del ’14. Inoltre nelle pellicole Fish (1916) di cui è anche regista e produttore; e A Natural Born Gambler di cui è protagonista, nel ruolo di un intraprendente giocatore di poker attorniato da comprimari e comparse all-black, sceneggiatore, regista e produttore. Lo spezzone del film Lime Kiln Field Day, incompiuto per volontà dei produttori bianchi, fa parte della collezione del Museo d’arte moderna di New York ed è stato restaurato nel 2014 in occasione della sua prima proiezione: nel gennaio 2016 il Moma ha dedicato un’intera rassegna ai filmati di BertWilliams, che si possono ammirare anche su YouTube. Un tributo dovuto, da parte dell’istituzione culturale americana, tenuto conto del clima segregazionista in cui operava questa troupe di attori capaci di sorridere di tutto, razzismo compreso. E se Nascita di una nazione di Griffith farà registrare i maggiori incassi di sempre per un film muto, Bert rimarrà comunque una pietra miliare nella storia della settima arte, poiché egli è, secondo la descrizione del comico bianco W. C. Field: «l’uomo più divertente che abbia mai visto e l’uomo più triste che abbia mai conosciuto ».
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