venerdì 22 novembre 2013
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Nell’anno del doppio bicentenario, quello che celebra i duecento anni della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, il rischio per i cento anni di Benjamin Britten era quello di rimanere un po’ nell’ombra. Almeno in Italia. Non certo in Inghilterra dove è ricco il calendario che celebra il compositore di casa. Ma tra le molte ricorrenze tonde del 2013 – i quattrocento anni dalla morte di Gesualdo, i trecento da quella di Corelli, i centocinquanta dalla nascita di Mascagni e i cinquanta dalla scomparsa di  Poulenc e Hindemith – quella che celebra il secolo dalla nascita del compositore britannico nei teatri di casa nostra non è passata proprio sotto silenzio: Antonio Pappano ha aperto la stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia con il Peter Grimes dopo aver proposto, sempre con i complessi romani, al Festival di Salisburgo il War Requiem (inciso poi in un disco già in commercio per Warner), il Teatro alla Scala, nelle ultime stagioni, ha messo in campo un progetto Britten che ha visto la messa in scena di Peter Grimes, Morte a Venezia e Sogno di una notte di mezza estate.Oggi, dunque, l’Inghilterra celebra i cento anni dalla nascita a Lowenstoft di Edward Benjamin Britten, figlio di un dentista con la passione per la musica: dopo gli studi la sua prima composizione a 21 anni, una variazione corale, A boy was born, per i Bbc singers. Nel 1939 il viaggio negli Stati Uniti dove Britten si fermerà sino al 1942 scrivendo molte pagine per orchestra, la Sinfonia da requiem e Diversions on a theme. Nel 1942 il ritorno in Inghilterra con la composizione, nella traversata atlantica dell’Inno a Santa Cecilia (la cui festa coincide con il giorno del suo compleanno) e di A ceremony of carols. Ma il ritorno in patria non è facile: Britten incontra l’ostilità del mondo musicale inglese che non ha gradito le sue opere Peter Grimes e The rape of Lucretia. Ecco allora la decisione di fondare con il tenore Peter Pears, suo compagno di vita per 40 anni e interprete di gran parte dei suoi lavori, prima l’English opera group e poi il festival di Aldeburgh per rappresentare i suoi lavori, ma per dare anche spazio a partiture di altri autori contemporanei. Nel 1951 con la prima assoluta del suo <+corsivo>Billy Budd<+tondo> per Britten si aprono le porte del Covent Garden. Il Teatro La Fenice di Venezia vede il debutto assoluto, nel 1954, di The Turn of the Screw («Il giro di vite»). Opere con dentro molta inquietudine, quelle di Britten, anche se non mancano le pagine più solari come il Sogno di una notte di mezza estate. Pagine che hanno segnato indelebilmente il Novecento. Lo ha fatto il suo War Requiem, composto nel 1962 per la riapertura della Cattedrale di Coventry. Una pagina che ancora oggi risuona come una denuncia degli orrori della guerra. Ma Britten, al quale è stata dedicata una rosa rampicante che porta il suo nome, ha anche svelato i segreti e la magia della musica a tanti bambini: nel 1946 il musicista scrive la colona sonora per il film, prodotto dal governo britannico, Instruments of the orchestra, affidando a tutti gli strumenti variazioni a partire da una melodia di Purcell. Una partitura, Young persons’s guide to the orchestra, che, autonoma, continua a essere eseguita nei concerti dedicati ai più piccoli.
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