martedì 24 dicembre 2013
​Evento tv In primavera la serie prodotta da History Channel: 5 serate da due ore dalla Genesi alla Resurrezione. Il direttore Feyles: «Opera divulgativa»
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Direttamente dagli Stati Uniti la Bibbia tv dei record arriva su Rete 4 in pri­mavera, come evento 'clou' della prossima stagione. Prodotta da Hi­story Channel, con oltre 13 milioni di spettatori The Bible è stato il pro­gramma più visto su una tv via cavo nel 2013. A questi numeri si aggiunge il record di mini­serie più venduta in BluRay della storia. Dieci pun­tate di 50 minuti che ripercorrono l’intero testo dal­la Genesi fino alla predicazione di Pietro e Paolo, che presto negli Stati Uniti sbarcheranno al cinema in u­na versione di tre ore.

Da noi, come anticipa ad  Avvenire  il direttore di Re­te 4 Giuseppe Feyles, La Bibbia andrà in onda in pri­ma tv assoluta in 5 puntate, due ore ciascuna in pri­ma serata, a partire da febbraio «per far coincidere l’ultima puntata con la Pasqua». «Il prossimo anno la nostra stagione darà molto spazio ai prodotti in­ternazionali di eccellenza – spiega Feyles –. La Bib­bia sarà il nostro fiore all’occhiello. Unisce una spet­tacolarità, che è necessaria a una rete che punta al grande pubblico, a una fedeltà al testo che è raro tro­vare in altri prodotti». L’opera infatti, per stessa ammissione degli adatta­tori Roma Downey e Mark Burnett, si ispira visiva­mente al padre di tutti i kolossal biblici, I Dieci Co­mandamenti di Cecil B. De Mille. Al tempo stesso, sono stati interpellati ben 47 tra storici e teologi che si sono basati sulle versioni del testo biblico più ag­giornate. La sigla di apertura precisa che «questo programma è un adattamento della Bibbia, il libro che ha cambiato il nostro mondo. Lo sforzo è di es­sere più fedeli possibili allo spirito della pubblica­zione ». E in effetti queste due anime (effetti specia- li e battaglie da una parte, la fedeltà alla Parola dal-­l’altra) cercano di convivere, con esiti cinematogra­fici alterni. Folgorante, comunque, è l’attacco del primo episodio, dove la creazione del mondo con­tenuta nella Genesi è narrata da Noè alla sua fami­glia nel bel mezzo di una furibonda tempesta, a­prendosi a carrellate sulle terre e sui mari popolati di animali selvaggi degne del National Geographic. Poi la narrazione diventa più organica, suddivisa in quadri biblici dall’intento didascalico, in cui i vari e­pisodi sono introdotti da una voce fuori campo.

Co­sì nel narrare la vicenda di Abramo non manca nul­la: la voce del Signore che lo invita a partire per la Ter­ra promessa, la nascita di Ismaele dalla schiava egi­ziana Agar, l’annuncio dei due angeli all’anziana Sa­ra della sua prossima maternità, il sacrificio di Isac­co. Il regista si scatena in un film d’azione, invece, quando si tratta della distruzione di Gomorra tra fuoco e zolfo, con i due corazzati angeli inviati in città, uno di colore e uno giapponese, che muovo­no fendenti a destra e a manca stile L’ultimo samu­rai . Il secondo episodio, Esodo , segue in modo più appassionante la storia di Mosé, con tanto di piaghe d’Egitto e una separazione delle acque del Mar Ros­so da fare invidia a quella con Charlton Eston. «Condensare in 10 puntate l’Antico e il Nuovo testa­mento è un’opera da fare tremare i polsi – aggiunge Feyles –. Questa Bibbia può risultare un po’ dida­scalica e il gusto americano si vede, ma ritengo che i pregi siano enormemente maggiori dei difetti. In quanto cattolico sento l’esigenza di raccontare la Bibbia attraverso la fiction al grande pubblico, spe­cie giovane, perché purtroppo vedo troppa igno­ranza. Non pretendiamo di sostituire il catechismo, né l’educazione, ma se fatta con onestà e con rigo­re anche una fiction tv può risultare uno strumento utile». E se fa bene anche agli ascolti di Rete4, tanto meglio. La seconda serata vedrà raccontare le vicende di Gio­sué, Sansone, e il regno di Davide; la terza volerà dal­l’esilio a Babilonia all’annuncio a Maria, la Natività e il battesimo di Cristo. Sarà proprio la figura di Ge­sù, interpretata dall’attore portoghese Diogo Mor­gado, a dominare le ultime due puntate, la quarta sul­la sua missione fino alla cattura nel’orto di Getsemani e la quinta dedicata alla Passione, alla Resurrezione, per concludere con la predicazione degli apostoli e le figure di Pietro e Paolo. «Offriremo al pubblico un prodotto di qualità, ben recitato e dai dialoghi inap­puntabili » spiega Feyles raccontando come proprio ai dialoghi italiani sia dedicata grande cura con il coinvolgimento di ben 120 attori nella struttura di doppiaggio Mediaset di Roma. Anche l’investimen­to economico della rete è imponente, ma «ne vale la pena. Costruiremo intorno alla Bibbia anche pro­grammi di approfondimento senza dimenticare che nel nostro magazzino abbiamo La Bibbia di John Huston e I Dieci Comandamenti di De Mille».

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