sabato 18 settembre 2010
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Basta una frase già si intuisce che qualche sassolino dalla scarpa sta per toglierselo: «Sono contento. Innanzi tutto perché sono davanti ai giornalisti e sto presentando un mio programma. L’idea di non farlo più mi atterrisce» ha detto Pippo Baudo nella conferenza stampa di presentazione della nuova serie di Novecento (da lunedì 20 settembre, in prima serata su Raitre) che si è svolta ieri mattina. Poi, lo sfogo, alla presenza del consigliere di amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo, al quale si è rivolto direttamente: «Quest’estate pensavo di avere chiuso per sempre con la televisione, l’azienda nella quale avevo lavorato per cinquant’anni non mi cercava più. Mi sono detto che andava bene così, in fondo ho fatto decine di programmi». Poi, però, «la gente mi fermava per strada. Ai giovani che mi chiedevano l’autografo cosa avrei dovuto dire? Rivolgetevi al settimo piano di viale Mazzini (quello della dirigenza, ndr)?».E, allora, «mi chiedo: possibile che nessun consigliere abbia detto: che ne facciamo di Baudo? Vi scannate per i telefilm ma non avete detto neanche una parolina su di me. Non si fa così, è disumano nei confronti di chi ha ancora possibilità creative». Gli unici dirigenti che Baudo ha voluto ringraziare sono «il vicedirettore generale Antonio Marano e Lorenza Lei, che si occupa delle risorse artistiche e che mi ha ritenuto ancora tale», mentre intanto gli arrivavano gli auguri del membro del cda Antonio Verro. Così, aggiunge Baudo, «ho firmato un contratto dove prenderò il 75% in meno dei miei colleghi illustri e ho chiesto asilo a Raitre che, come in passato, mi ha aperto le porte». E che, come in passato, gli farà rifare Novecento, il programma dedicato agli eventi e ai personaggi del secolo scorso. Sette le puntate previste per quello che costituirà una sorta di viaggio televisivo nella memoria di ognuno di noi, un vero e proprio album dei ricordi dei protagonisti del XX secolo, in un mix tra passato e presente, tra storia e intrattenimento. Al centro della prima puntata ci saranno la storia della famiglia Agnelli, in particolare quella di Virginia, madre di sette figli tra cui Gianni, Umberto e Susanna, che fu in guerra per tutta la vita con il suocero Giovanni, fondatore della Fiat. Si parlerà, poi, di Lelio Luttazzi e della commedia all’italiana, visitata attraverso gli occhi di Renato Pozzetto. Ospiti in studio, oltre a quest’ultimo, saranno tra gli altri: Vittoria Belvedere, Dario Vergassola e Marina Ripa di Meana. «Sono contento che Baudo sia ritornato su Raitre – dice il direttore di rete Paolo Ruffini –. Spero che si senta a casa sua come nelle reti più grandi della nostra».Come Raiuno, ad esempio, che lo ha visto tredici volte guidare il Festival di Sanremo, un argomento che il conduttore oggi dice di considerare «un capitolo chiuso». In realtà, già nei giorni scorsi Baudo aveva confessato il suo disappunto per non essere stato tenuto in considerazione per la conduzione della prossima edizione della kermesse canora (cosa confermata ieri anche da mamma Rai): «Dire che non amo Sanremo sarebbe una bestemmia. Ma l’ho fatto già tante volte e oggi non è più il tempo. Essere chiamato non mi farebbe piacere, significherebbe essere stato cercato dopo altri». A proposito della probabile conduzione di Gianni Morandi, invece, Baudo aveva osservato: «Morandi è un artista a 360 gradi. Nella sua carriera non ha soltanto cantato, ha anche condotto. Perciò ha le carte in regola per condurre Sanremo. Così come le ha Massimo Ranieri», altro candidato a salire sul palco dell’Ariston. Baudo ha anche confermato che condurrà da metà gennaio un programma con Bruno Vespa in prima serata su Raiuno, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia: «Saranno sei prime serate in tutto. Sperando che non venga bocciato anche questo».
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