martedì 13 luglio 2010
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Un concerto veneziano in Piazza San Marco il 16 luglio con «amis italienne» di gran nome, un blitz canoro sul tetto del Duomo di Milano il 19 luglio per sensibilizzare l’opinione pubblica all’urgenza del suo restauro, una nuova canzone per l’amico Massimo Ranieri sono le priorità dell’agenda di Charles Aznavour. «Sono cristiano ortodosso e mi è sembrato importante impegnarmi per il Duomo» spiega il cantante franco-armeno, nella cornice della sua splendida azienda agraria che possiede non lontano da Aix en Provence, ad un paio di chilometri dal pittoresco borgo di Mouriès.«Due giorni la settimana li passo cantando, due facendo l’uomo di famiglia e due facendo l’ambasciatore armeno in Svizzera» spiega lui. «Ad 86 anni non credo di avere più sfide da raccogliere, ma solo il piacere di fare cose che mi piacciono come ad esempio cantare in Piazza San Marco, sulla Piazza Rossa di Mosca o al Partenone dI Atene».I duetti sono il valore aggiunto del concerto veneziano. «Ho sempre amato confrontarmi con altri. Fin dai tempi in cui mi esibivo in coppia col mio amico Roche e sognavo il successo di Gilbert Becaud, Charles Trenet o di quella Edith Piaf che rimane la mia icona assoluta. Per non incrinare il mito e magari rimanere deluso, ho preferito addirittura rinunciare a un il film fatto su di lei qualche anno fa». Fra gli ospiti di Piazza San Marco c’è pure Ranieri.«Cinque mesi fa, lo sono andato a vedere all’Olympia, trovandolo bravissimo. Così ci siamo incontrati qui a casa mia in Provenza perché inizialmente avevamo pensato di tradurre "Perdere l’amore" in francese, anche se poi ho preferito dargli un inedito scritto per il mio prossimo album. S’intitola "Non voglio che te" e credo che gli stia addosso molto bene. Ma pure con Mina potrebbe nascere qualcosa; forse un duetto. Mi ha fatto avere una lista di miei brani che le piacerebbe condividere, ma preferirei scriverle una nuova canzone».Intanto è arrivato pure nelle librerie italiane «A bassa voce», il volume scritto da Aznavour lo scorso anno «per raccontare ai giovani com’è stata la mia vita senza pretendere di dare consigli ma solo delle testimonianze. Questo mestiere è cambiato. Il reality che va per la maggiore in Francia si chiama Star Academy: due menzogne in due parole. Fabbriche di artisti per un giorno. Non mi piace il giro d’affari che c’è attorno e soprattutto il concetto di spremere il "prodotto" finché redditizio e poi passare ad altro». Ma c’è una cosa che amareggia più di altre Aznavour: «Nonostante viviamo in Paesi liberi la canzone occidentale sembra avere perso la voglia di osare e di scuotere il pubblico, toccando temi forti, come accadeva negli anni Sessanta e Settanta. Ormai, tutti i brani che si ascoltano sono tiepidi e confortanti come delle tisane».
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