sabato 25 novembre 2017
Con l’utilizzo della “realtà aumentata” Alkanoids ha realizzato un progetto innovativo che apre nuovi orizzonti artistici. Da lunedì una mostra al Base di Milano
Alchemica Gallery, il quadro prende vita con una app
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L’arte che genera nuova arte, l’arte “aumentata”. Grazie al potere di un’applicazione e di un device, che sia uno smartphone o un tablet, una serie di illustrazioni cartacee apparentemente “piatte” prendono vita con emozionanti animazioni che sviluppano la storia e danno un seguito all’immagine che abbiamo davanti, proiettandoci dentro un mondo incantato, a dimostrazione che c’è un dopo e un di più in quel quadro. Benvenuti nell’arte 4.0 di “Alchemica Gallery”, una applicazione basata sulla realtà aumentata realizzata da Alkanoids, affermato studio di motion design nato nel 2012 a Milano dall’incontro delle esperienze di Raffaella Roccella, Yuh Kuo Tai, Manolo Turri, e che ha nel proprio Dna la contaminazione e la condivisione di idee e saperi. «Il progetto Alchemica – dice Yuh Kuo Tai – nasce dal desiderio di coniugare tradizione e innovazione, mettendo finalmente in collaborazione e non in concorrenza la realtà col mondo digital».

Dopo il debutto al “Futureland” del grande laboratorio di Talent Garden che si è svolto nelle scorse settimane, Alchemica va in scena ora in forma di mostra al Base di via Bergognone 34 a Milano (lunedì l’inaugurazione alle 19, poi aperta dal 28 novembre al 3 dicembre, dalle ore 9 alle ore 23). Esposte le opere di 32 illustratori (e di 10 animatori e 5 sound designer) di tutto il mondo che, condividendo un tema – la loro visione del passato e del futuro – e una color palette, hanno dato libero sfogo al loro estro creativo, realizzando illustrazioni diverse per tecnica e messaggio ma accomunate dall’uniformità cromatica. Per creare la magia basterà davvero poco: una volta scaricata l’app “Alchemica Gallery”, non servirà altro che inquadrare l’immagine con uno smartphone o un tablet e, come d’incanto, l’illustrazione si animerà e arricchirà di suoni, movimenti e nuovi elementi che genereranno divertimento e stupore.

«Mai come adesso le innovazioni tecnologiche rivestono un ruolo cruciale nel creare nuove modalità di fruizione e valorizzazione dell’arte, trasmettendo soprattutto alle giovani generazioni un’esperienza artistica coinvolgente – spiega Raffaella Roccella –. Alchemica è una piccola rivoluzione dell’immaginario, non sappiamo dove ci porterà ma è di sicuro un percorso magico e stimolante che continua a entusiasmarci giorno dopo giorno». Rispetto a una proposta espositiva tradizionale, è indubbio che qui ci si trova di fronte a una visione in qualche modo “mediata”, “filtrata”, con un dispositivo in mezzo fra l’osservatore e l’opera, come spesso accade nella nostra società iperconnessa che si abita e si guarda attraverso i device. «Ma non è una visione passiva, non è un concerto che riprendiamo e che paradossalmente si finisce per guardare da uno schermo – riprende Roccella –. Con Alchemica il mondo virtuale si avvicina a quello tradizionale e apre a nuove esperienze. Partiamo dal presupposto che la tecnologia non è niente senza contenuti. E la realtà aumentata si sviluppa sempre e comunque da una realtà. Il quadro è bello di suo. La app permette di creare qualcosa di più, di aprire nuovi orizzonti. Pensiamo sia un modo intelligente di usare questi strumenti di comunicazione e che possa avvicinare all’arte anche persone che ne sono lontane. E poi, in ogni caso, ti costringe ad alzare lo sguardo e a guardare aldilà dello schermo». Una creatività che vuole aprire la mente, dunque. Che in pochi secondi sviluppa una storia, in una sorta di originale storytelling artistico. Che può continuare poi con l’immaginazione, liberando la fantasia. Senza filtri. E con il telefono in tasca.

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