sabato 5 novembre 2016
Debutta domani a Como il tour di “Incontrarti”, spettacolo per i 70 anni dell’associazione "La nostra famiglia". I due artisti: «Emozioni oltre le barriere grazie a balletto, pittura e uno Stradivari»
La ballerina Simona Atzori si esibirà nello spettacolo "Incontrarti"

La ballerina Simona Atzori si esibirà nello spettacolo "Incontrarti"

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Da 70 anni al servizio dei bambini e dei giovani con disabilità, 29 sedi distribuite sul territorio nazionale 2100 operatori, 35mila pazienti curati all’anno e un’attività di ricerca scientifica d’avanguardia. Era il 28 maggio 1946 quando i primi due bambini fecero il loro ingresso nella casa di Vedano Olona (Varese) dell’associazione “La nostra famiglia”, fondata dal beato don Luigi Monza che da allora iniziò a prendersi cura di bambini con disabilità. L’associazione ha quindi deciso di festeggiare l’importante traguardo chiamando a collaborare due grandi artisti lombardi, la ballerina e pittrice Simona Atzori, nata senza braccia, protagonista dell’apertura delle Paralimpiadi del 2006 e dell’apertura del Festival di Sanremo nel 2012, già ambasciatrice per la danza nel Grande Giubileo del 2000 e protagonista di un’indimenticabile esibizione per papa Francesco nel 2014 in Aula Nervi per l’udienza agli atleti paralimpici (guarda il video ndr).


«Questo tour sarà un incontro tra le arti, quindi tra la danza, la pittura e la musica. Un’opportunità che non vedo l’ora di vivere come artista ma anche come donna» ci racconta la ballerina. Nello spettacolo, della durata di un’ora (i proventi avranno destinazione benefica) le tre ballerine impersoneranno le tre arti. Simona la pittura, Maria Cristina la musica e Beatrice la danza danzeranno su brani eseguiti dal vivo, piano e violino, quali La morte del cignodi Tchaikovsky, la Danse macabre di Saint-Saëns e Claire de lune di Debussy. «Conosco “La nostra famiglia” da quando ero bambina perché un’amica ne faceva parte e ho fatto alcune gite col il gruppo di Vedano – racconta la Atzori –. Qualche anno fa mi hanno invitato a fare uno spettacolo e raccontare la mia esperienza di vita e così è iniziata la mia collaborazione con questa magnifica realtà»


Accanto a lei il violinista Matteo Fedeli, che col suo progetto “Uno Stradivari per tutti” ha avvicinato il grande pubblico nelle chiese e nel mondo all’arte del violino. Simona Atzori e Matteo Fedeli, insieme alle ballerine Beatrice Mazzola e Mariacristina Paolini e al pianista Andrea Carcano, saranno, quindi, i protagonisti del tour nazionale Incontrarti. Danza Musica Pittura ed Emozioni, che “La nostra famiglia” porterà in 10 città tra novembre 2016 e maggio 2017 nei luoghi dove l’associazione è presente con una propria struttura. Il tour, di cui Avvenire è media partner, partirà domani sera da Como (Teatro Sociale) e toccherà poi le città di Salerno (4 dicembre, Teatro Augusteo), Conegliano (18 marzo, Teatro dell’Accademia), Padova (25 marzo, Teatro ai Colli), Udine (6 aprile), Casarsa della Delizia (7 aprile, Teatro Pasolini), Milano (4 maggio, Teatro Litta), Saronno (12 maggio, Teatro Giuditta Pasta), Lecco (19 maggio, Teatro Cenacolo Francescano) e Brindisi (data da definire). «Per me sarà un’esperienza affascinante – aggiunge Matteo Fedeli – perché in questa serie di concerti e di spettacoli uniremo le nostre arti per far vivere emozioni, per andare oltre le barriere e per parlare un linguaggio universale, che è quello della musica, del movimento della danza e della pittura. Sono convinto che queste arti coinvolgeranno il pubblico per andare oltre e per lanciare un messaggio bellissimo in grado di parlare al cuore di tutti».


«Quella della “Nostra famiglia” è una storia di incontri: dal primo, nel 1937, quando il fondatore beato Luigi Monza entusiasmò al suo ideale un gruppo di giovani donne, a quello nel 1950 tra la nostra prima Presidente Zaira Spreafico e l’illustre psichiatra Eugenio Medea, che contribuì a dare dignità scientifica alla riabilitazione, fino ad arrivare ai giorni nostri – conclude la Presidente dell’associazione Luisa Minoli –. L’amicizia con Matteo e Simona e l’incontro quotidiano con tanti bambini e ragazzi e con le loro famiglie dicono che ancora oggi il nostro sogno di speranza è vivo ed è contagioso».


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