domenica 31 luglio 2022
Il primo agosto del 1996 Pierre Claverie, vescovo di Orano in Algeria, veniva ucciso da una bomba piazzata alla porta del vescovado. Moriva con lui Mohammed Bouchikh, suo giovane autista musulmano. Era l'epoca della sanguinosa guerra civile costata 120mila morti. Tempi bui, nei quali "l'altro" veniva istintivamente guardato come un nemico e la religione era considerata una spada da brandire per abbattere il diverso nel nome di Dio. Ma questo non era bastato a spezzare l'amicizia tra il vescovo, da tempo sotto scorta, e il suo autista che non aveva voluto separarsi da lui nonostante i pericoli che sapeva di correre. Come non era stata spezzata l'amicizia tra gli abitanti del villaggio di Tibhirine e i monaci del vicino convento, rapiti da un commando islamista e trovati morti poche settimane dopo. Anche loro, come Claverie e altri religiosi, uccisi a causa della fede e proclamati beati dalla Chiesa l'8 dicembre 2018. Anche loro testimoni di un amore giunto fino all'offerta di sé. Ha scritto Timothy Radcliffe, confratello domenicano di Claverie: «Quando ho visitato la tomba di Pierre era coperta di fiori, deposti da cristiani e musulmani. Quella tomba è diventata un luogo di pellegrinaggio per entrambe le religioni. È come un giardino nel deserto, che promette una nuova vita».
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