giovedì 7 luglio 2022
A 5 anni Armina lascia l'orfanotrofio in Kosovo e viene adottata da una coppia di italiani. Comincia una nuova esistenza costellata di affetti prima sconosciuti, ma 8 anni dopo il padre adottivo muore. Un abisso di dolore, e la domanda rabbiosa a Dio: perché permetti questo? La vita precipita in un gorgo di trasgressioni in cui si rifugia per anestetizzare la sofferenza. Comincia a girovagare senza meta, in fuga da se stessa. Un giorno sale su un treno, si addormenta, un poliziotto la sveglia – «signorina scenda, siamo al capolinea» – e la porta all'Imprevisto, una comunità per minori di Pesaro. Con il consenso della madre inizia un percorso di recupero, conosce Silvio, il fondatore, le cui prime parole sono: «Ti stavo aspettando». Ha trovato qualcuno che non considera un'obiezione la sua fragilità, ma l'abbraccia. Continua il suo percorso, dopo due anni può tornare in società ma la realtà fa paura: sarà capace di farcela “fuori”, lontano da Silvio, il suo terzo padre? Ma lui rilancia: «Non sono io il tuo salvatore, è Dio che è venuto a cercarti attraverso di me, seguendo Lui troverai la strada del tuo compimento, troverai il tuo bene». Armina ha accettato la sfida, ha fatto l'università, oggi lavora come educatrice in una comunità di accoglienza. Si è sentita amata e ha imparato ad amare.
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