La schiava al servizio della speranza vera
venerdì 8 febbraio 2013
Esistono vite la cui storia è un inno alla speranza che consola. Tra di esse c'è quella di santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana morta a Schio (Vicenza) nel 1947. I primi anni della sua esistenza – era nata nel 1868 in Darfur – furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all'altro, tra atroci sofferenze. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani, che, una volta tornato in Italia la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia) e diventò la bambinaia della figlia Alice. Per un periodo venne quindi inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo e trovò la vocazione: nel 1890 ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Da religiosa a Schio, poi, fu per 50 anni un esempio di santità.Altri santi. Evenzio, vescovo (IV sec.); san Girolamo Emiliani, fondatore (1486-1537). Letture. Eb 13,1-8; Sal 26; Mc 6,14-29. Ambrosiano. Sap 15,1-5;19,22; Sal 45; Mc 15,1-5;19,22.
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