mercoledì 19 giugno 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
«I 42 che hanno votato contro la procedura d’espulsione di Gambaro non sono tutti dissidenti. Più della metà sono più "fondamentalisti" di me, ma hanno fatto prevalere ragioni di affetto umano, o hanno valutato che mandarla via fosse un autogol mediatico. L’altra metà, invece, persegue un progetto diverso. Non so quale progetto sia e non mi interessa, ma di certo non vogliono bene al Movimento, fanno di tutto per offuscare le cose che stiamo facendo in Parlamento». Basta mettere in fila le parole di Luigi Di Maio, giovane vicepresidente della Camera e fedelissimo di Grillo, e si capisce a quanto ammonta l’area del dissenso in M5S: una ventina di persone che «agiscono sempre nello stesso modo».Qual è la loro colpa?Lo spiego con un esempio. Il giorno in cui Gambaro ha rilasciato l’intervista contro Grillo noi eravamo in Aula e stavamo per dividere la maggioranza con una mozione sulla cultura. Eravamo pronti a fare una conferenza stampa e... boom, arriva la dichiarazione-choc.Non può essere un caso?Il giorno prima avevamo deciso che le esternazioni pubbliche erano possibili solo su cose delle quali si era discusso in assemblea. È un accordo di convivenza. Ma questo gruppetto non parla mai all’interno, sempre e solo fuori. E tutto ciò che facciamo si sbriciola: mozioni, emendamenti, proposte...Se lei fosse un militante del web voterebbe l’espulsione di Gambaro?Si. Ha fatto del male al Movimento. Lei fa parte di questa strategia che mira ad offuscarci con le polemiche. Chi fa così tradisce il mandato elettorale e mette in crisi i gruppi sul territorio.Dunque anche Pinna ha le ore segnate?Mi limito a dire che non l’ho mai sentita parlare in assemblea. Mai.Però quei parlamentari "dialoganti" non hanno tutti i torti: ogni dramma interno è un autogol...Sono 3-4 settimane che, per ingenuità o volutamente, facciamo troppi autogol, alimentando un dibattito che esiste solo all’esterno, sui giornali, e non dentro i gruppi. Abbiamo annoiato i cittadini, che da noi si aspettano ben altro. Perciò adesso si cambia registro. Parleremo solo delle cose che facciamo.Tutto ciò ha pesato sulle amministrative?No. Sul voto ha pesato la mancata comunicazione di quello che facciamo. Facebook non bastano. Il nostro elettorato è variegato, dobbiamo arrivare con tutti gli strumenti.Beppe Grillo è in discussione?Il Movimento è un’alchimia tra Beppe, il garante e megafono del progetto, e noi "boy scout" che lavoriamo da matti per cambiare il Paese.Se lui, come si dice, si scocciasse e se ne andasse?Se Grillo mollasse, M5S non sarebbe più lo stesso, diventerebbe un’altra cosa del tutto diversa. Io non immagino il Movimento senza Beppe. Ma voglio tranquillizzarvi: lui è più motivato che mai ad andare avanti.I suoi post non si possono criticare?Credo che mettere in discussione lui significhi scaricargli addosso le nostre responsabilità. Conosciamo la sua capacità di comunicare, è assurdo provare a cambiarla. Quello che scrive, quello che pensa, poteva essere per lui fonte di reddito. E invece l’ha messo al servizio di un progetto politico rivoluzionario.I "dissidenti" si aspettano più libertà...Grillo non esercita ingerenze sui gruppi. Io l’ho sentito due volte e l’ho visto personalmente altre due. Stop. Non ci chiama, non ci manda direttive. Nulla di nulla. Sul blog raccoglie i <+corsivo>feedback<+tondo> dei cittadini e ce li rimanda. E ci segnala le violazioni delle regole interne. Tutto avviene in modo trasparente, alla luce del sole.Da oggi che succede?Ci rilanciamo a tutta forza. Con tre parole d’ordine: conflitto d’interesse, giù le mani dalla Carta e reddito di cittadinanza. Siamo più vivi che mai.​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: