venerdì 11 dicembre 2015
​Un documento delle comunità religiose richiama i potenti riuniti nella Conferenza di Parigi (Cop21) ad assumersi le loro responsabilità.
Clima e giustizia nell'era del Plutocene di Marco Morosini
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Un appello ai capi di stato e ai partecipanti alla Conferenza di Parigi sul clima, Cop21, arriva anche dalla comunità religiose italiane. S'intitola "Dignità umana e sostenibilità ambientale". E come si capisce subito dal titolo punta a una visione della cura della terra che parta dalla dignità umana. Un ambiente degradato, impoverito, devastato si lega anche un degrado, un impoverimento e la devastazione della vita degli uomini e delle donne. Soprattutto i più poveri e deboli. "Condividiamo una visione della terra come preziosa casa della vita, ma anche come spazio di incontro con quella Realtà Assoluta che, in modi diversi, veneriamo e riconosciamo - scrivono gli estensori a nome dei religiosi - . Vediamo quindi con preoccupazione che la terra è minacciata da un clima che cambia velocemente, alterando gli ambienti vitali, provocando alle popolazioni coinvolte gravi sofferenze: sono molti coloro che si vedono costretti ad abbandonare le loro terre, ormai pressoché inabitabili, e divengono quindi migranti, generando nuove povertà. Queste gravi degenerazioni dell'ambiente rendono inoltre impossibile l'esistenza ad alcune specie, impoverendo così la biodiversità, ricchezza del mondo che ci è donato".  Dopo avere fatto riferimento alle analisi degli scienziati i religiosi affermano: "A nostro giudizio questa situazione è un segno esteriore di una più profonda crisi di senso della funzione dell’uomo e della donna sulla terra;noi riconosciamo in queste contingenze esteriori le conseguenze di alcune disarmonie interiori dell’umanità rispetto alla sua armonia primordiale". Di conseguenza "In tale situazione, così preoccupante, richiamiamo alcuni principi condivisi dalle comunità cui apparteniamo: * il valore della vita e l'amore per ogni creatura, a partire dagli esseri umani; * la cura nei confronti della terra e la responsabilità verso le generazioni future e verso i poveri; * la prudenza e la precauzione, specie quando ci si trova ad agire in condizioni di grave rischio". "Su tale basi - conclude il documento appello - uniamo quindi le nostre voci a tante altre, che in tutto il mondo chiedono di salvaguardare la vivibilità climatica del pianeta. Invitiamo quindi i responsabili politici delle nazioni, che si riuniranno alla COP 21, ed in particolare, i rappresentanti dell'Italia ad assumere ogni possibile iniziativa per il raggiungimento di un accordo concreto,finalizzato alla sostanziale riduzione delle fonti di inquinamento che, tra l’altro, mettono a rischio la preservazione delle foreste con gravi conseguenze per l'equilibrio ambientale; li invitiamo altresì ad attivare iniziative per contrastare gli effetti del mutamento già in atto, evitandone le conseguenze più gravi per gli esseri umani e per le altre specie che abitano il pianeta". Tutto questo perché è necessario porre "ogni attenzione per il raggiungimento di tali obiettivi, essenziali per mantenere viva la speranza in un futuro vivibile per la famiglia umana e per ogni essere vivente".
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