sabato 1 settembre 2012
Al ministero dello Sviluppo economico si lavoro per risolvere le centinaia di vertenze che coinvolgono 180mila posti di lavoro. Per i sindacati si prospetta un «autunno caldo». Nel frattempo sembra essere arrivata al capitolo finale la vertenza Alcoa: oggi sono state avviate le operazioni per lo stop controllato degli impianti.
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​L'Alcoa ha iniziato oggi le operazioni dirette ad effettuare la fermata controllata degli impianti dello stabilimento di Portovesme, «così come previsto dagli accordi sottoscritti in data 27 marzo 2012 con le organizzazioni sindacali, il Governo italiano e le altre autorità coinvolte». Lo ha annunciato oggi, la multinazionale Usa.«Il processo di fermata dello smelter, della fonderia e del reparto produzione anodi richiederà alcune settimane per essere completato», ha spiegato l'Alcoa in una nota, aggiungendo che a seguito del completamento delle operazioni di fermata i dipendenti continueranno ad essere impiegati fino alla fine dell'anno per mettere in sicurezza l'impianto ed assicurare la possibilità di un suo futuro riavvio, da parte di un nuovo operatore, nel corso dei 12 mesi seguenti il completamento del processo di fermata.Ma la vertenza Alcoa non è l'unica aperta al ministero dello Sviluppo Economico. Sono circa 150 i tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 180mila lavoratori coinvolti e oltre 30mila esuberi: l'autunno - secondo i sindacati che hanno rielaborato dati del ministero - si prepara ad essere molto difficile sul fronte delle crisi industriali, con la situazione più complessa dell'ultimo ventennio. E non ci sono solo le migliaia di posti a rischio con le grandi vertenze che occupano le prime pagine dei giornali ma altre migliaia di lavoratori sono alle prese con vertenze in tutti i settori che non arrivano neanche al ministero dello sviluppo economico.In sintesi, un quadro di alcune delle principali vertenze alle quali si sta cercando di dare una soluzione:CARBOSULCIS. Nella miniera lavorano, spiega la Uilcem Sardegna, 480 minatori mentre altri 150 lavoratori sono impegnati nella manutenzione.Ieri il ministero ha assicurato che la miniera non interromperà l'attività, come paventato, il 31 dicembre e ha annunciato che chiederà al Parlamento una proroga di «sei mesi, massimo un anno» della scadenza prevista dalla legge 99/2009 per il bando di affidamento della relativa concessione. FINCANTIERI. Il gruppo che occupa oltre 9.000 dipendenti ha circa 1.300 esuberi ma i livelli di cassa integrazione straordinaria al momento - spiega il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella - sono più che doppi rispetto a questa cifra.LUCCHINI. In crisi l'acciaieria con la chiusura ad agosto dell'altoforno di Piombino per carenza di ordini. Per i 1.943 lavoratori sono stati adottati contratti di solidarietà mentre gli enti locali chiedono al ministro dello Sviluppo economico un tavolo nazionale. Nel complesso il Gruppo (presente anche in Puglia e in Friuli Venezia Giulia) occupa 2.800 dipendenti.A.MERLONI. La vertenza è ancora aperta dopo la cessione di tre stabilimenti all'imprenditore della Qs Group con l'impegno di riassumere 700 lavoratori (ma l'azienda ne conta 3.500). Resta problematica anche la situazione dell'ELECTROLUX con 800 esuberi su 7.000 dipendenti (ma 230 sono già usciti grazie a esodi incentivati). Esuberi anche per l'INDESIT dopo l'annuncio della chiusura dello stabilimento di None che produceva lavastoviglie. L'Indesit ha 4.500 dipendenti, i posti a rischio sono 360.FIAT TERMINI IMERESE. Resta ancora incerto il futuro dei circa 1.300 lavoratori dello stabilimento siciliano della Fiat chiuso lo scorso dicembre dopo che è sfumata l'ipotesi di impegno da parte di Dr Motors. Difficoltà ci sono anche in altri stabilimenti del Gruppo con l'annuncio di cassa integrazione per Pomigliano e Mirafiori. Vivono nell'incertezza anche i lavoratori dell'IRISBUS in cassa integrazione poichè  non è stato ancora raggiunto il 30% da ricollocare in altri stabilimenti del Gruppo per accedere al secondo anno di cigs a zero ore. Il nodo resta la ricerca di un imprenditore che rilevi la produzione.NATUZZI. L'azienda che occupa 2.700 lavoratori per la produzione di salotti è in crisi e ha chiesto la cassaintegrazione per 1.300 dipendenti.- TESSILE. Mentre al ministero dello Sviluppo economico approdano le vertenze più significative sul fronte dei numeri (come OMSA, MIROGLIO, ecc) ci sono decine di piccole aziende di conto terzisti che stanno chiudendo con diverse migliaia di lavoratori, soprattutto donne, che perdono il posto.COSTRUZIONI. Il vicesegretario generale della Cisl Giorgio Santini segnala come uno dei settori più in sofferenza sia quello delle costruzioni a causa del blocco degli investimenti pubblici, della crisi e dell'aumento dei costo dei mutui. Per l'occupazione si è registrato un calo del 5,1% tendenziale nel secondo trimestre 2012 con un picco del 10,1% al Sud.WINDJET. L'azienda che occupa circa 500 lavoratori ha aperto la procedura di mobilità a metà 2012. A giugno è stato firmato un accordo al Ministero del lavoro per 2 anni di cigs a zero ore per tutti i lavoratori.MERIDIANAFLY. L'azienda - spiegano alla Cgil trasporti - ha aperto la  procedura di mobilità a inizio 2012. Da giugno 2012 850 lavoratori sono in cigs per 7 anni (4 + 3). Il personale della compagnia ammonta nel complesso a 2.300 addetti.TURISMO. In crisi anche diverse aziende del settore. Al ministero dello Sviluppo economico sono aperti tavoli per la VALTUR (3.600 i lavoratori dipendenti del Gruppo) e per ALPITOUR (3.500) a dimostrazione del fatto che la crisi non morde solo l'industria. 
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