sabato 9 giugno 2012
Alle 4 del mattino, scossa di 4,5 gradi richter al confine delle province di Pordenone e Belluno, ma sentita in tutto il Nord-Est.
Monti: «Per l'Emilia sforzo straordinario»
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Dopo l'Emilia, con morti e tanti danni, a tremare la notte scorsa sono state le Prealpi venete e uno spicchio di Friuli a cavallo del "sismico" bosco del Cansiglio. La scossa - magnitudo 4.5 alle 4.04 a 7,1 chilometri di profondità - per l'Ingv non è legata al terremoto emiliano. Non ha prodotto danni ma tanta paura, al punto che molta gente si è riversata in strada. L'epicentro è stato, nella conca dell'Alpago, in prossimità dell'antico paesino di Chies (1.460 abitanti) che venne pressochè abbattuto, come molte altre località della zona a cominciare da Pieve, il comune principale, dal terremoto nel 1936, di magnitudo 5.9.La scossa è stata avvertita fino a Trieste. La conca dell'Alpago, a pochi chilometri dal confine con il Friuli, a ridosso del bosco del Cansiglio, ha conosciuto il terremoto fin dal 217 a.C. e dal 1392 ad oggi sono stati almeno 36 gli eventi sismici importanti, se non distruttivi, documentati. Gli epicentri sono stati per lo più nella zona di Chies (4), come quello di questa notte, ma anche nella vicina Tambre (3) così come ad incidere sono stati i sismi provenienti dalla friulana Claut (4) di cui l'ultimo nel 1996.Dopo l'allarme e la paura, sono scattati i controlli ma i vigili del fuoco, la Protezione civile e l'Enel (in zona ci sono una serie di bacini idrici e centrali) non hanno segnalato danni di rilievo. "C'è qualche cornicione che manifesta delle crepe, qualche copertura da verificare e qualche camino che può cadere - dice Loredana Barattin, sindaco di Chies - ma nella sostanza di danni non si può parlare. Un pò più critici alcuni rari, vecchi edifici alle pendici del monte Teverone, ma anche in questo caso nulla di preoccupante". Da parte sua Luca Zaia, Governatore del Veneto, sottolinea che "quanto successo non è un evento straordinario, anche se un sisma fa sempre paura e noi continueremo come sempre a informarei cittadini proprio perchè possano tutelarsi al meglio contro i possibili effetti, sapendo che le regole di autoprotezione sono le più efficaci e comunque sia le prime da applicare"."È la terra che si sta 'stiracchiandò, ci dice di fare attenzione. Vediamola così, poeticamente" è il commento dello scrittore-scultore-alpinista Mauro Corona che vive a Erto (Pordenone) in Valcellina. "Io non ho paura. I tecnici e i geologi si arrogano l'illusione di sapere cosa c'è nel 'cervellò della terra - aggiunge -. Ma si capisce che lei ci sta mandando chiari segnali".
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