venerdì 7 settembre 2012
​Ferma ormai da oltre un anno sebbene sia giunta all’ultimo atto del suo tormentato iter, la disciplina sulle «Direttive anticipate di trattamento» va portata all’esame definitivo dei senatori. A chiederlo ora è il presidente del Movimento per la vita.
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​Quattordici mesi. Decreti, crisi, affollamento parlamentare, tutte le ragioni procedurali non danno ragione del tempo di attesa prolungato di un provvedimento che ha ricevuto già il sì ampio e trasversale delle due Camere e a cui, per divenire legge, manca solo la ratifica del Senato di alcune modifiche che – mantenendone l’impianto – l’hanno reso più coerente.Si tratta delle «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento». Un testo che ha effettuato con la più grande trasparenza (decine di audizioni a ogni cambiamento di ramo parlamentare) tutti i passaggi dell’iter, a cominciare dal 2 ottobre 2008 quando è iniziato l’esame in Senato di 6 ddl in materia di fine vita. Un iter culminato nell’approvazione a Palazzo Madama il 26 marzo 2009 e alla Camera il 12 luglio 2011. Manca dunque per completare questo lavoro solo il via libera del Senato. «Perché vanificarlo con la tecnica sotterranea dell’insabbiamento?», chiede il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, che per sollecitare l’ok definitivo ha scritto al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a quello del Pdl, Angelino Alfano, e a quello della Lega, Roberto Maroni.«Se non si approva il progetto di legge in questa legislatura, sarà una vittoria di chi sostiene una deriva eutanasica, che potrebbe trovare espressione in una legge nella prossima legislatura – osserva Casini –. Si dice che non si sono verificati altri casi Eluana, ma ciò avviene proprio perché c’è una legge in procinto di essere approvata».Lo stesso presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, registrava nella sua prolusione al Consiglio episcopale permanente del 26 marzo «una tesi preoccupante» apparsa in sede scientifica internazionale: «La nutrizione e l’idratazione dovrebbero essere sospese a tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, salvo che non ci sia l’evidenza di una volontà esplicita del soggetto gravemente ammalato». E sottolineava che ormai «siamo all’inaccettabile rovesciamento della prospettiva di quanto in Italia prevede il disegno di legge che, approvato alla Camera, attende l’auspicabile sì del Senato».Anche Casini non ha dubbi che si debba fare presto. E a chi obietta che non è buono approvare un provvedimento che potrebbe subire modifiche nella prossima legislatura, risponde: «Siamo di fronte a una maggioranza parlamentare che si è espressa chiaramente in questo ddl: per questo deve essere approvato. Sono pienamente convinto che sia una buona legge e che dunque conquisterà ancora più consensi di quelli vasti di cui già gode».«Sono esterrefatto e preoccupato del silenzio del Senato – osserva Domenico Di Virgilio, relatore alla Camera – dopo più di un anno dall’approvazione a Montecitorio. Capisco che il governo Monti è stato nominato per affrontare la crisi, ma questo provvedimento non può attendere, quando la campagna per contrastarla si serve di mezzi molto potenti, come dimostra anche il film di Bellocchio. Non vedo ostacoli all’approvazione del ddl, visto che in vari scrutini ha ottenuto consensi più ampi della maggioranza che lo sosteneva».«Al Senato c’è stata una amplissima maggioranza che ha chiesto di fare la legge e di farla in fretta», sottolinea il relatore a Palazzo Madama, Raffaele Calabrò, riferendosi all’accelerazione dell’iter registrata dopo la morte di Eluana Englaro (9 febbraio 2009) per effetto di una sentenza con la quale si dava corso alla sospensione della sua idratazione e alimentazione.Pochi giorni fa l’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi è tornato a evidenziare la differenza tra rifiuto dell’accanimento terapeutico e percorso eutanasico con «cui si vogliono condurre a morte persone disabili che non sono in fine di vita e che, quando non sono in grado di provvedere a se stesse, hanno diritto alla soddisfazione dei bisogni vitali, come l’alimentazione o l’idratazione». Dunque, aggiunge l’esponente del Pdl, è «giunta l’ora di iscrivere all’ordine del giorno del Senato l’esame definitivo, del ddl». «I partiti lascino libero il Parlamento – ammonisce l’ex sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella –: nessuno deve strumentalizzare il suo sostegno al governo tecnico per porre veti alla legge».
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