mercoledì 17 gennaio 2024
Vertice internazionale a Roma nell'Aula Vecchia del Sinodo a 60 anni dalla Dichiarazione di Helsinki, documento etico sulla ricerca che coinvolge esseri umani
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Ricerca in medicina, sperimentazioni cliniche e criteri etici: è il complesso scenario sul quale si confrontano in Vaticano, il 18 e 19 gennaio, la Pontificia Accademia per la Vita, la World Medical Association (Wma) e la American Medical Association (Ama).

Non è la prima volta che i tre organismi incrociano i loro interessi: lo hanno già fatto nel 2017 sui temi del fine vita e più di recente sulle vaccinazioni durante la pandemia. Il tema di questo incontro riguarda un aggiornamento della Dichiarazione di Helsinki, che compie 60 anni. Venne redatta nel 1964 dall'Assemblea generale dell'Associazione medica mondiale, indicando le linee-guida fondamentali per la sperimentazione umana nella professione medica.

Due anni fa la Wma ha nominato un gruppo di lavoro per avviare un processo di revisione, a tappe, che prevede una serie di conferenze regionali, di cui l'evento in Vaticano rappresenta un passaggio fondamentale. Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ha dichiarato che «la collaborazione tra le nostre istituzioni, in occasione dei 60 anni della Dichiarazione di Helsinki, è un importante segnale di dialogo e ricerca di un’etica condivisa, in un mondo oggi troppo frammentato».

Dal canto suo il Cancelliere della Pontificia Accademia, monsignor Renzo Pegoraro, ha osservato che «il tema di questo incontro internazionale nei 60 anni della Dichiarazione di Helsinki, riguarda la ricerca biomedica che coinvolge gli esseri umani. Affrontiamo sfide etiche rilevanti come la definizione delle priorità della ricerca per le popolazioni dei Paesi con scarse risorse (quali malattie sono più importanti, più diffuse, più gravi), per evitare di svolgere ricerche su malattie che interessano le popolazioni dei paesi più ricchi. Dobbiamo interrogarci su come rendere disponibili i risultati per le popolazioni dei paesi con scarse risorse, continuando a offrire loro un accesso alle tecnologie e ai farmaci. La prospettiva è di favorire una reale cooperazione su scala internazionale per meglio condividere oneri e risultati della ricerca».

Sulla stessa linea la presidente della Wma, la dottoressa kuwaitiana Lujain AlQodmani, secondo la quale «il nostro impegno vuole garantire una conduzione etica e responsabile della ricerca medica a livello globale».

Tra i temi al centro dei lavori, nell’Aula Vecchia del Sinodo, troviamo un’analisi dei prerequisiti per garantire l'integrità e l'affidabilità della ricerca nei Paesi poveri di risorse, nell’ambito di un impegno a promuovere la cooperazione internazionale e il bene comune in medicina.

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