Scienza umana è la medicina e deve restarlo
giovedì 13 maggio 2021

Cambia abito e cambia passo 'è vita', non cambia lo sguardo che da queste pagine si esercita. Cambia 'è vita', e fa evolvere l’appassionata competenza delle sue cronache settimanali, che accompagnano e approfondiscono ormai da 16 anni e 700 numeri – 701 con questo – il nostro quotidiano lavoro d’Avvenire.

La competenza sarà sempre più quella della persona e della cura. La cura a cui tutti hanno diritto e che a nessuno può essere negata. Così dev’essere nel nostro duro oggi, mentre continua la pandemia. Così dovrà essere domani quando, messe sotto controllo l’emozione e la mobilitazione della lotta al nuovo coronavirus, si tornerà a far di conto e i soliti noti verranno a spiegarci (in modo più o meno ruvido) che certe spese e certe esistenze i nostri sistemi socio-sanitari non possono permettersi di sostenerle più. Accadrà, purtroppo.

E noi, invece, saremo là dove siamo sempre stati: accanto a coloro che lottano per la vita e a coloro che la vita la custodiscono e servono, con capacità, dedizione, senso del limite, retta coscienza e consapevolezza dell’insopprimibile dignità di ogni essere umano. Ecco perché ci permettiamo queste più ampie pagine di 'è vita'. Ce le permettiamo con umiltà, entusiasmo e convinzione, accanto a quelle già dedicate all’economia civile e alla famiglia, perché dobbiamo permetterci e vogliamo condividere – a questo servono i giornali – una 'cultura della cura' che esiste e resiste, ricchezza vera soprattutto (ma non solo) del nostro Paese.

Una cultura concreta che – alla scuola di Paolo VI, da cattolici, da cronisti di questo tempo e da appassionati di storia – sappiamo essere frutto naturale, eppure mai scontato, della semina spirituale e dell’azione solidale della nostra Chiesa «esperta in umanità». La cultura della cura può contare sul civile contributo di tanti: persone e organizzazioni, uomini e donne impegnati nella ricerca scientifica e nel primo soccorso, nella sperimentazione di metodiche e nel presidio dei territori, nel volontariato e nella politica, portatori di carismi antichi e di nuove intuizioni. Queste pagine sono aperte a tutti loro, attori e protagonisti sul fronte della medicina. Una preziosissima scienza umana, che tale deve restare.

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