mercoledì 17 gennaio 2024
A guida italiana la sperimentazione di una promettente sostanza studiata ricorrendo a nanoparticelle ingegnerizzate per consentire alla cura di giungere molto più facilmente a destinazione
Daniele Catalucci

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Molto promettenti i risultati di una nuova possibile strategia di cura contro l'insufficienza cardiaca: una collaborazione fra l'Istituto di ricerca genetica e biomedica di Milano (Cnr-Irgb), l'Istituto di scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici di Faenza (Cnr-Issmc) e la Charité Universitätsmedizin di Berlino (Germania) ha registrato il miglioramento della patologia in un modello animale clinicamente rilevante grazie all'inalazione di un farmaco somministrato mediante un protocollo di nanotecnologia.

Un peptide con funzioni di regolazione dell'attività cardiaca, presente fisiologicamente nelle cellule del cuore e già da tempo identificato dai ricercatori, è stato inserito in nanoparticelle a loro volta ingegnerizzate in microparticelle, ottenendo così una polvere secca in grado, una volta inalata, di sciogliersi nelle vie respiratorie inferiori e raggiungere direttamente il cuore dal circuito cardiopolmonare.

La tecnica ha permesso, in breve tempo e con basse dosi di farmaco, di raggiungere facilmente le cellule cardiache senza alcun intervento invasivo e correggere il problema con efficacia e sicurezza. «I risultati sono molto promettenti proprio per la dimostrazione di fattibilità, sicurezza ed efficacia del metodo ottenuta nel modello animale», spiega Daniele Catalucci (Cnr-Irgb), ultimo autore dello studio e coordinatore del progetto europeo Cupido, conclusosi nel 2021, che ha gettato le basi per questo lavoro. «Si tratta, infatti, dell'evoluzione in senso nanotecnologico di quella ricerca finalizzata a trasferire prodotti terapeutici al cuore in caso di scompenso e insufficienza cardiaca – continua –. Durata ben 4 anni, ci ha permesso di arrivare a questo punto, ovvero ai buonissimi dati della fase preclinica per accedere, ci auguriamo nei prossimi due anni, alle prime validazioni cliniche sull'uomo. Abbiamo creato ad hoc lo spin-off del Cnr, NanoPhoria, per promuovere l’avanzamento del prodotto farmaceutico da noi sviluppato».

Appena pubblicata sulla rivista Journal of American Cardiac Cardiology (Jacc), la ricerca evidenzia tutta l'importanza di questo nuovo possibile protocollo terapeutico, dalla facile somministrazione, alla più efficace veicolazione del farmaco nei cardiomiociti come trattamento mirato e ben tollerato. Hanno contribuito allo studio anche l'Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, Università di Parma, Hannover Medical School (Germania), Mayo Clinic di Rochester (StatiUniti) e Istituto clinico Humanitas di Rozzano.

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