martedì 29 novembre 2016
Nell'Italia del declino demografico a preoccupare è anche il calo dei secondi e soprattutto dei terzi figli. La sfida delle famiglie numerose
Pochi figli, ancora meno fratelli
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Nascono meno figli in Italia. Ma soprattutto nascono meno fratelli. E’ questo uno dei dati più preoccupanti nello scenario di declino demografico delineato dall’Istat. Nel 2015 sono venuti alla luce 485.780 bambini, 17mila in meno rispetto all’anno prima, e il numero medio di figli per donna è sceso a 1,35 (solo 1,27 per le italiane). Nell’Italia dei Francesco e delle Sofia – i nomi più scelti da chi diventa genitore – il problema è che Francesco o Sofia sono sempre più spesso soli, senza fratelli.

Da una parte, infatti, come segnalano i demografi, la diminuzione delle nascite è dovuta al fatto che si posticipa sempre di più l’età del primo figlio. L’età media del parto è salita a 31,7 anni. Dall’altro lato il numero medio di figli per donna continua a calare inesorabilmente con l’avanzare delle generazioni. Perché aumentano le donne che non hanno figli: tra le nate nel 1970 una ogni cinque non è diventata madre. E perché sempre più famiglie hanno un solo figlio o al massimo due. Il fenomeno del calo dei fratelli si nota chiaramente nel grafico.

Fino alla generazione nata nel 1970 le donne hanno continuato ad avere almeno il primo figlio. E così è stato anche per i secondi figli: da 0,69 secondi figli per le nate nel 1933 si è passati a 0,53 per le nate nel 1970. Il vero crollo riguarda i figli dopo il secondo: da un tasso di fecondità dello 0,77 della classe ’33 si è passati allo 0,13 della classe ’70.

Bambini che crescono in famiglie “piccole” possono avere molte opportunità, ma non sperimentando la dimensione della famiglia numerosa difficilmente tenderanno a ricercarla in futuro. E questo può rappresentare un ulteriore ostacolo alla ripresa della natalità. Il dovere della testimonianza, e dell’esempio positivo, per i nuclei numerosi, diventa sempre più importante.

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