
Una coppia durante un colloquio con il personale dell'Isi all'Università Cattolica di Rima - Foto Nicholas Berardo
«Considerino come proprio dovere professionale quello d’acquistare tutta la scienza necessaria in questo delicato settore, al fine di poter dare agli sposi che li consultano i saggi consigli e le sane direttive ». Nell’enciclica Humanae vitae (1968) papa Montini usava parole limpide per i medici con « vocazione cristiana ». Sono le stesse che, ancora oggi, guidano mani e cuori dell'Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI (Isi), i cui professionisti si adoperano in un vero lavoro corale dove ogni abilità sposa l'altra. Lo conferma il direttore, professor Tullio Ghi: «In occasione del 24° anniversario dalla sua fondazione per volontà del Santo Padre – evidenzia – l’Isi viene oggi rinnovato, con l’ambizione di restituirgli un ruolo centrale e qualificato all’interno dell’Università Cattolica di Roma e del Policlinico Gemelli. Ritengo fondamentale sviluppare un polo che si dedichi alla diagnosi e alla cura della sterilità e dell’infertilità attraverso metodi naturali, nel pieno rispetto della bioetica cattolica, senza ricorrere a tecniche di procreazione assistita che separano l’atto coniugale dalla generazione della vita. Le coppie che affrontano questo percorso vivono spesso un profondo disagio psicologico ed emotivo. Hanno bisogno prima di tutto di essere ascoltate, guidate con delicatezza e competenza, non di essere subito indirizzate a protocolli tecnologici. Spesso è proprio questa vicinanza umana a sbloccare situazioni apparentemente irrisolvibili, in quello che vuole essere un luogo di scienza e umanità, fede e cura».
Sempre in ambito clinico, a offrire il suo contributo è la dottoressa Annamaria Merola, coordinatrice del Centro per la procreazione naturale e cura dell'infertilità presso il Policlinico Gemelli (Isi-Cpnci), che racconta come « vengono ricevute tutte le coppie che, per diversi motivi, hanno difficoltà a ottenere la gravidanza: ciascuna è accolta da una équipe specialistica multidisciplinare che si occupa di individuare il motivo per cui la gravidanza non arriva o esita in aborto, e di trovare una terapia. A ogni coppia è riservato il tempo necessario per l’ascolto dei problemi medici ma anche della sofferenza personale». Oltre agli accertamenti già fatti «si individuano altri eventuali esami di approfondimento. Tutto è proposto in regime di Sistema sanitario nazionale, e i risultati sono evidenti: le coppie concepiscono nel 40% dei casi, escludendo i casi di sterilità insuperabile».
C'è poi l'apporto dell'endocrinologo e andrologo: il dottor Domenico Milardi, dirigente medico, evidenzia l'importanza di questo ruolo « nell'infertilità di coppia per un approccio naturale e personalizzato, focalizzandosi su una diagnosi completa e un trattamento mirato della componente maschile dell'infertilità. Spesso l'approccio andrologico viene trascurato, tuttavia una valutazione andrologica dettagliata può ridurre significativamente la percentuale di infertilità inspiegata». Nelle due “anime” della realtà Isi la dimensione della ricerca scientifica assume un valore determinante. Lo spiega la professoressa Maria Luisa Di Pietro, coordinatrice del Centro studi e ricerche per la regolazione naturale della fertilità (Isi-Crnf ) e direttrice del Centro salute procreativa (Csp) dell’Università Cattolica: «Secondo il Rapporto dell’Oms (2023) – evidenzia – il 17,5% della popolazione adulta è infertile. Il tasso più elevato nei Paesi ad alto reddito (17,8% vs 16,5%) conferma il rapporto eziologico tra infertilità ed esposizione a inquinamento ambientale o stili di vita non salutari, a fronte del progressivo dilatarsi del periodo compreso tra debutto sessuale e ricerca della prima gravidanza.
Si allunga così il tempo di esposizione ad agenti infettivi e a patologie dell’apparato riproduttivo. Nonostante l’entità del fenomeno, gli interventi di promozione della salute preconcezionale e di prevenzione dell’infertilità sono ancora scarsamente attenzionati. Facendo proprie la visione e la mission di Isi, il Csp ha come obiettivi l’analisi dei fattori di rischio dell’infertilità e l’attuazione di strategie per migliorare tra i giovani conoscenze e consapevolezza per tutelare il bene prezioso della fertilità». « L'Isi-Crnf – aggiunge infine la dottoressa Paola Pellicanò, che ne è dirigente medico –, fondato dalla dottoressa Anna Cappella, è attivo dal 1976 e, affiliato all’Organizzazione mondiale Metodo dell’Ovulazione Billings (Woomb), ha creato in Italia una rete di operatori qualificati per insegnare alle donne a conoscere i ritmi di fertilità e accompagnare le coppie verso una procreazione responsabile. A partire da studi clinici condotti da Billings in Australia dal 1953 e validati dall’Oms fin dagli anni ’80, il Metodo costituisce uno straordinario supporto nell’infertilità di coppia. Il tutto secondo un approccio naturale che rende la coppia protagonista del percorso clinico e la aiuta a integrare la fertilità, e la stessa sterilità, dentro la bellezza dell’umano e la fecondità dell’amore».
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