giovedì 16 maggio 2024
Via libera alla morte procurata di una 29enne con gravi problemi mentali e diagnosi di autismo che da oltre tre anni chiedeva di poter morire. Ma i casi come il suo sono ormai decine
Eutanasia a una paziente con disturbi psichici
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Eutanasia per disturbi psichici. In Olanda ci sono arrivati, e questo dovrebbe far riflettere con molta attenzione chi va a mettere mano a una possibile legge per il suicidio assistito in Italia.
Anzitutto i fatti, così come sono riferiti dalle agenzie di stampa. Le autorità olandesi hanno accolto la richiesta di eutanasia presentata secondo le procedure previste dalla legge del 2002 da una 29enne affetta da condizioni croniche di infermità mentale che comportano una sofferenza ritenuta insopportabile, fin dalla sua infanzia. I media olandesi riferiscono che il via libera, giunto dopo 3 anni e mezzo dalla richiesta, è stato accolto con sollievo da Zoraya ter Beek, che presto otterrà di morire (secondo alcune fonti entro il mese di maggio): «Mi sento sollevata, è stata una lotta così lunga – ha dichiarato la donna alla stampa –. Ora co il mio compagno siamo pronti e stiamo trovando una certa tranquillità. Mi sento in colpa. Ma a volte, quando ami qualcuno, devi lasciarlo andare».
Zoraya morirà nella casa che condivide con il compagno, seguita da un’équipe medica fornita dal Servizio sanitario olandese. È stata informata dell’iter che la attende: le verrà somministrato un sedativo e poi farmaci che fermeranno il suo cuore. «Per me sarà come addormentarmi. Il mio compagno sarà lì, ma gli ho detto che va bene se ha bisogno di lasciare la stanza prima del momento della morte».
La decisione della autorità olandesi preposte al controllo , pressoché inevitabile per il progressivo ampliamento dei casi di eutanasia e delle tipologie di persone cui viene accordato di accedere alla morte, potrebbe aprire la strada ad altre autorizzazioni per pazienti in condizioni di estrema fragilità e dalla più che dubbia libertà di scelta. La vicenda di Zoraya ter Beek – colpita da depressione cronica, ansia, trauma e disturbo di personalità, con una diagnosi di autismo e un’insistita propensione al suicidio – non è peraltro il primo caso nel Paese. Nel 2010 nei Paesi Bassi si registrarono due episodi di sofferenza psichiatrica conclusi con la "morte assistita". Nel 2022 ci sono stati 8.720 decessi totali per eutanasia, pari al 5% di tutte le morti nel Paese. Di questi, 115 sono stati di persone affette da disturbi mentali. Nel 2023 erano già 138, pari all'1,5% dei 9.068 morti per "morte richiesta". Perché di tanti casi ne è emerso solo uno? Ad alimentare l’interesse dei media per Zoraya è stato un articolo del quotidiano inglese The Guardian con dichiarazioni della donna che ha difeso la sua scelta, sollevando il velo su casi come il suo: «La gente pensa che quando sei malato di mente non puoi pensare lucidamente, il che è offensivo».

Zoraya coltivava da tempo l’idea del suicidio, ma dopo la morte di un suo compagno di scuola ha accantonato il proposito. Così nel dicembre 2020 ha presentato domanda per l’eutanasia. «Sono stata a lungo in lista d’attesa per una valutazione, perché ci sono pochi medici disposti a impegnarsi nella morte assistita di persone con sofferenza mentale. Bisogna essere valutati da un team, avere una seconda opinione sulla tua idoneità, e la loro decisione deve essere rivista da un altro medico indipendente. Nei tre anni e mezzo che ci sono voluti non ho mai esitato sulla mia decisione. Mi sono sentita in colpa: ho un partner, una famiglia, degli amici e non sono cieca di fronte al loro dolore. E ho avuto paura. Ma sono assolutamente determinata ad andare fino in fondo». A nulla sono valsi gli appelli giunti da tutto il mondo a Zoraya dopo che la sua storia ha varcato i confini nazionali. Il problema, infatti, è l’esistenza di una legge che consente allo Stato di dare la morte a un disabile psichico anziché obbligare le istituzioni sanitarie (ed educare la società civile) a prendersene cura secondo le sue necessità cliniche e umane.

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