sabato 13 giugno 2015
Dossier controcorrente: coniugi non solo più generativi, ma anche più dialoganti grazie alla regolazione naturale.
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Coppie più consapevoli, più informate, più generative, più dialoganti, più flessibili nell’affrontare i momenti di crisi. Non serve la bacchetta magica per ottenere questa terapia vincente per le crisi coniugali. Basta frequentare per almeno dodici mesi uno dei corsi proposti dalla Confederazione italiana dei centri per la regolazione naturale della fertilità. Lo spiega il primo dossier realizzato tra le coppie che hanno accettato di raccontare il loro approccio ai metodi naturali. Denominazione che oggi, alla luce di quanto sta emergendo dal Congresso mondiale in corso a Milano – a cui prendono parte oltre cento esperti provenienti dai cinque continenti – appare un po’ riduttiva. Come completamente fuori strada risulta ormai chi pensa ancora che i "metodi"  siano una sorta di procedura anticoncezionale di ispirazione cattolica. Niente di tutto questo. Alla base un’ecologia umana che abbraccia il benessere integrale della relazione tra uomo e donna, di cui la sessualità è solo una delle componenti.  «Sarebbe impensabile staccare la sessualità dagli aspetti sociali, culturali, intellettuali, spirituali che contribuiscono a determinare la globalità della persona e che – osserva Giancarla Stevanella, presidente della Confederazione italiana – sono essenziali per definire il benessere della relazione di coppia». La ricerca sulle coppie che stamattina, al congresso in corso presso l’Università Bicocca, sarà illustrato da Maria Boerci, medico, e Sara Gozzini, psicologa, entrambe insegnanti di metodi naturali, va proprio in questa direzione. «Aiutando la coppia a conoscersi meglio – spiegano le due esperte – si può contribuire a una crescita personale che abbraccia vari aspetti. Quando per esempio la generatività non è possibile a livello biologico, può trasformarsi in fecondità sociale, in apertura ad altre forme di generosità». La crescita diventa allora anche etica. C’è un aspetto che fa pensare. Tra le coppie che, al termine del corso, hanno fatto registrare difficoltà insormontabili per approdare alla generazione biologica, meno del 10% si sono poi rivolte alla fecondazione assistita. A testimonianza del successo di un percorso educativo che, insegnando innanzi tutto il rispetto per la bellezza dei propri ritmi interiori, non può che rifiutare pratiche invasive, come appunto quelle previste dalle varie forme di procreazione medicalmente assistita. Una crescita interiore che, sul versante opposto, può arrivare a comprendere anche l’accoglienza della disabilità, perché il ridare valore e significato all’essere coppia finisce inevitabilmente per allargare lo sguardo e incrementare la capacità di amare senza limiti.  Ma c’è un’altra sottolineatura importante che emerge dal dossier. «Abbiamo dimostrato – sottolineano Boerci e Gozzini – come l’accompagnamento, che parte dalla conoscenza biologica e poi si allarga alle altre dimensioni della persona, possa contribuire anche a rafforzare l’identità del femminile e del maschile, in un percorso di complementarietà che investe anche i compiti educativi». Un progetto anti-gender che, proprio muovendo dalla concretezza indiscutibile del dato di fatto, potrebbe contribuire a liberare da tanti intralci ideologici il rapporto di coppia e gli impegni educativi. Ma al Congresso mondiale di Milano le sorprese non sono finite, a dimostrazione che i "metodi" sono una scelta controcorrente spesso sconosciuta agli stessi addetti ai lavori. Come le tante novità negli studi sul muco cervicale e sulla gametogenesi illustrate ieri. Oppure le analisi statistico-matematiche sull’efficacia dei "metodi" nel garantire il concepimento. «La maggior parte dei ginecologi – ha osservato Michele Barbato, vicepresidente della Federazione mondiale di settore – considera ancora la regolazione naturale della fertilità una proposta confessionale. In realtà la sua efficacia è ampiamente dimostrata nella letteratura scientifica. E poi non ha effetti collaterali legata all’uso dei farmaci, può essere utilizzata durante tutta la vita riproduttiva della donna ed è adatta ad ogni coppia. Inoltre ha una caratteristica vincente: non costa nulla». C’è da stupirsi se la lobby mondiale delle case farmaceutiche non sia proprio entusiasta dalla promozione dei "metodi naturali"?
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