giovedì 27 febbraio 2014
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«L’utero in affitto non è soluzione all’infertilità, ma speculazione sulla sofferenza». Scienza & Vita commenta la sentenza di Milano, che «ripropone con urgenza il duplice problema sia della mercificazione del corpo femminile sia dell’illegittimità del desiderio del diventare genitori a tutti i costi e con ogni mezzo». Secondo i presidenti Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello «esistono altre vie, e pensiamo all’adozione, per far incontrare virtuosamente il desiderio di maternità e paternità con il futuro di un bambino che attende una famiglia in cui crescere». «La pratica dell’utero in affitto – dice Maurizio Sacconi (Ncd) – costituisce manifestamente una odiosa e disumana forma di sfruttamento di donne povere da parte di coppie benestanti. Deve essere riconosciuta come un reato». Sacconi critica poi i «sostenitori di quella "modernità" che pretende la definizione di ogni desiderio come diritto da soddisfare liberamente. A qualunque prezzo dell’altrui umanità». Secondo Eugenia Roccella (Ncd) «l’utero in affitto è una pratica di sfruttamento» che va «sanzionata a livello internazionale e nazionale» fermando «la tendenza a legittimare questa pratica per via giurisprudenziale anche in Italia». «Tutelare i bambini nati da gravidanze conto terzi è doveroso», ma questo non può «diventare una legittimazione dell’utero in affitto, una pratica di sfruttamento delle donne più povere, giovani e fragili, utilizzate come "contenitori a pagamento"» da «chi di tutto questo sta facendo il più cinico dei commerci».
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