venerdì 16 febbraio 2024
La Malattia di Crohn e la Colite ulcerosa hanno un'incidenza ampia (250mila pazienti) e conseguenze pesanti per chi ne soffre. Anticorpi monoclonali e “piccole molecole” assicurano miglioramenti
Malattie dell’intestino, nemici invisibili. Che si possono combattere
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Sono malattie invisibili ma affliggono quasi 7 milioni di persone in tutto il mondo e circa 250.000 in Italia, con 10-15 nuovi casi diagnosticati all’anno su 100.000 abitanti. Si tratta delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), ovvero la Malattia di Crohn e la Colite ulcerosa che si esprimono con grande variabilità colpendo l'apparato gastrointestinale e causando disabilità che non si vedono ma che incidono pesantemente sulla qualità della vita di chi ne è affetto.

Le cause sono ancora da chiarire: a un certo punto scatta una risposta immunitaria abnorme a livello dell'intestino, ma si parla anche di «ampia predisposizione genetica». In fase di studio fattori ambientali che potrebbero alterare il probiota intestinale e innescare il processo infiammatorio. Il paziente solitamente alterna periodi di remissione e di riacutizzazione con un decorso variabile del problema che rimane, tuttavia, cronico.

150.000 in Italia sono le persone che convivono con la Malattia di Crohn, più frequentemente diagnosticata tra i 20 e i 30 anni, con sintomi quali diarrea persistente, dolore addominale, perdita di appetito e peso, stanchezza. Sintomatologia simile anche per la Colite ulcerosa caratterizzata da emorragie rettali, più limitata ai soli colon e retto rispetto alla prima che può colpire, invece, qualsiasi distretto dell'apparato digerente, e conta 100.000 persone affette nel nostro Paese.

Il punto su questa situazione è stato proposto dal recente convegno “Malattia di Crohn e colite ulcerosa: diamo luce all’invisibile”, organizzato a Milano da AbbVie Italia. «È importante continuare con la ricerca scientifica, soprattutto per conoscere di più le cause e i meccanismi alla base della patologia, ma anche sul fronte terapeutico sono stati fatti passi avanti enormi – spiega Alessandro Armuzzi, responsabile dell’Unità operativa di Ibd-Malattie infiammatorie croniche intestinali presso Irccs Istituto Clinico Humanitas –. Dai farmaci convenzionali quali salicilati e corticosteroidi, che non cambiano la storia naturale della malattia e presentano effetti collaterali se usati a lungo termine, siamo passati negli ultimi 25 anni ai farmaci biologici, ovvero agli anticorpi monoclonali e alle cosiddette “piccole molecole” che permettono una gestione migliore del problema, fino ad arrivare alla remissione clinica ed endoscopica. Le ulcere, cioè, possono scomparire, con un minor rischio di ospedalizzazioni e di interventi chirurgici».
Diagnosticare subito la malattia nella sua fase di esordio e il trattamento precoce rimangono centrali per gestirne l'impatto sulla salute ma anche sul piano economico e sociale.

«Indispensabile è la centralità del paziente nella sua presa in carico da parte di un team che deve essere multidisciplare per un'assistenza adeguata», conclude Armuzzi. Sul sito www.amiciitalia.eu di Amici Ets, l'Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, sono reperibili tante informazioni sulle attività dell'ente a favore dei pazienti e delle loro famiglie, oltre a quelle di carattere medico-scientifico e sulle possibilità di assistenza in Italia.

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