sabato 29 maggio 2021
La testimonianza umana e professionale di Giorgio Novello, nuovo rappresentante italiano nei Paesi Bassi, disabile. Perché considera la malattia - fortemente limitante - un vero valore aggiunto
L'ambasciatore Novello presenta le lettere credenziali al re dei Paesi Bassi Guglielmo Alessandro

L'ambasciatore Novello presenta le lettere credenziali al re dei Paesi Bassi Guglielmo Alessandro

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Nei Paesi Bassi è arrivato un nuovo ambasciatore italiano: Giorgio Novello. 60 anni. Nato a Dolo (Venezia), studi di diritto ed economia a Padova, Parigi, Londra e L’Aja, nel 1986 è entrato alla Farnesina lavorando poi a Lagos, Londra, Bonn, Berlino, Vienna. A Roma è stato consigliere diplomatico aggiunto del ministro dello Sviluppo economico e ha anche lavorato nel settore privato come senior president di Avio, azienda italiana leader internazionale nell’aerospaziale. Dal 2013 al 2017 è stato ambasciatore presso il Regno di Norvegia e la Repubblica d’Islanda. È membro del Comitato d’onore dell’Unione esperantista universale (Uea). In passato ha praticato ciclismo agonistico su strada e scherma. Sposato, padre di 3 figli, da anni soffre di Sclerosi multipla.
Conoscerlo e intervistarlo è una fonte di arricchimento, sia per il suo patrimonio culturale che per la carica di umanità: un valore aggiunto per affrontare la malattia e svolgere la sua missione di rappresentante italiano in un Paese di particolare e crescente rilievo.

Ambasciatore Novello, lei è molto attivo nella promozione dei diritti delle persone disabili e dei più fragili in una società sempre più basata sull’esteriorità e il benessere. Quali sono i cardini della sua battaglia?
Diciamo che sono molto "facilitato" nel mio impegno, dato che appartengo alla categoria "grazie" alla mia Sclerosi multipla, della quale soffro da vari anni e che mi obbliga a muovermi in sedia a rotelle o con uno scooter elettrico. La disabilità è un grosso, un enorme, alle volte un devastante problema. Ma può anche essere uno stimolo, un’opportunità. Sento di aver imparato molto, in particolare su come scegliere le priorità e su come vedere il lato positivo in ogni persona. E le persone che ho "scoperto" nella loro meravigliosa ricchezza interiore sono tantissime.

Qual è la sua esperienza in attività professionali così impegnative?
La mia esperienza è che una persona con disabilità può continuare a lavorare e dare il proprio contributo alla società se viene posta in condizione di farlo. In tal caso, è frequente che sia fortemente motivata per ripagare con gli interessi chi ha tenuto conto delle sue esigenze. Il lavoro è infatti un formidabile strumento di dignità, autonomia, autorealizzazione. In questo senso possiamo dire che la disabilità può costituire sul serio, senza retorica, un valore aggiunto.

Esistono farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia?
In realtà, esistono diversi tipi di sclerosi multipla. Per quella che mi ha colpito non ci sono al momento terapie veramente efficaci, tuttavia da un paio d’anni è stato introdotto un nuovo medicinale che in molti casi può significativamente rallentare il decorso della patologia. Vi sono inoltre trattamenti per i sintomi. Ma la ricerca continua, può fare la differenza. Si può sperare che vi siano ulteriori progressi in un futuro anche prossimo: io stesso sono entrato in un programma sperimentale al quale partecipo col più grande interesse.

Come considera essere stato designato a rappresentare l’Italia presso il Regno dei Paesi Bassi?
Soprattutto una bella opportunità per continuare a lavorare per il mio Paese e l’Europa, come fanno ogni giorno tutti i miei colleghi della Farnesina, molte volte con grande sacrificio personale. I Paesi Bassi offrono un contesto molto diverso, che trovo anch’esso impegnativo ma affascinante. Oggi sono uno degli Stati più influenti dell’Unione Europea, sono la quinta economia dell’area euro, l’interscambio commerciale con l’Italia supera i 30 miliardi all’anno. Il dialogo con i Paesi Bassi, insomma, è importante per noi. Ma lo è anche per gli amici olandesi: l’Italia sa essere un grande Paese, e lo sa essere praticamente in tutti i campi.

Riprenderà la linea di dialogo del precedente ambasciatore Perugini, basata sulla collaborazione fra le istituzioni dei due Paesi, entrambi fondatori dell’Unione Europea?
Ci sono tanti temi su cui Italia e Olanda divergono, come l’atteggiamento di fondo verso l’Ue. Per noi, è storicamente un progetto politico globale e ambizioso, per molti di loro sembra essere soprattutto un’occasione di crescita economica da utilizzare in un’ottica prevalentemente nazionale. Però tra Italia e Olanda esistono anche una vera amicizia, rapporti forgiati nei secoli, convergenze sui grandi temi dello stato di diritto, della legalità internazionale, della tutela dei diritti umani, della sicurezza, della cooperazione allo sviluppo. Con l’Italia che presiede il G20, sono impegnato in un "Giro d’Olanda" attraverso tutte le 12 province.

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