martedì 2 aprile 2024
Tenere legato al mondo esterno - con un filo invisibile - chi patisce l'isolamento per una minorazione sensoriale: è lo straordinario servizio di un'associazione che in 11 regioni segue 1.200 persone
Un'operatrice della Lega de Filo d'Oro con un giovanissimo assistito

Un'operatrice della Lega de Filo d'Oro con un giovanissimo assistito

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Dal 1964 la Lega del Filo d'Oro si occupa e si preoccupa di unire – proprio come un lungo filo – le persone sordocieche al mondo esterno. E in questi 60 anni è diventata un punto di riferimento in tutta Italia per l'assistenza, l'educazione, la riabilitazione, il recupero e la valorizzazione delle potenzialità residue e il sostegno, alla ricerca della maggiore autonomia possibile, di queste persone e di quelle pluriminorate psicosensoriali di tutte le fasce d'età.

Sessant’anni di presenza, oggi ancora più radicata con Centri e Servizi territoriali in 11 regioni, anche se poi gli oltre 1.200 utenti e le loro famiglie bisognose di aiuto e supporto che in media vengono seguiti ogni anno arrivano da tutta Italia. La Fondazione della Lega del Filo d’Oro adesso è inoltre particolarmente impegnata in campo educativo-riabilitativo sul fronte quanto mai delicato delle malattie rare, alcune delle quali oggi rappresentano le principali cause di sordocecità. Patologie che, come hanno riscontrato gli specialisti della Lega nel corso degli ultimi anni, hanno registrato un'incidenza crescente: circa la metà delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali arrivate al Centro Diagnostico della Fondazione presentava una malattia rara. Un campo d’azione che si sta accompagnando dunque a quello del quotidiano, teso proprio a supportare la vita di ogni giorno, grazie alle varie equipe territoriali della Lega del Filo d’Oro, composte da assistenti sociali ed educatori e coadiuvate da consulenti per il supporto psicologico, l’orientamento, la mobilità e l’utilizzo delle tecnologie per l’assistenza.

Un tassello quanto mai importante dell’operato resta quello dei volontari, come voluto dalla fondatrice Sabina Santilli: a centinaia sono le storie, alcune delle quali si possono leggere anche sul sito internet della Lega, dei “fili d’oro di amicizia” che si stabiliscono tra questi volontari e le persone con sordocecità.

E mentre gli obiettivi dichiarati sono quelli di aprire Centri e Servizi anche in altre regioni, la Fondazione (natura giuridica assunta dal 2021) si appresta a celebrare i 60 anni di attività. Le varie manifestazioni previste hanno conosciuto nei giorni scorsi un primo appuntamento: presso la Camera dei Deputati, a Roma, è stato infatti presentato il “Manifesto delle persone sordocieche”. Si tratta, in sintesi, di un documento in 10 punti che ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione delle istituzioni sui diritti di questa fascia non trascurabile di popolazione, che oggi conta in Italia oltre 360mila persone (ma la cifra è per difetto, perché non sono inclusi nella rilevazione i minori con meno di 15 anni) con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all'udito e, contemporaneamente, con limitazioni di tipo motorio e le persone che presentano, oltre alla minorazione sensoriale, anche una disabilità intellettiva. Si tratta di persone spesso invisibili, che rischiano di essere confinate nell'isolamento imposto dalla propria disabilità. E un primo passo è stato già fatto, con l’approvazione di un disegno di legge che riconosce la sordocecità come disabilità unica, così come annunciato proprio nel corso della giornata romana dal ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e al viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci. «Questo passo significativo ci fa guardare al futuro con maggiore speranza e getta le basi per una società più inclusiva e rispettosa», ha dichiarato Rossano Bartoli, presidente della Fondazione Lega del Filo d'Oro.

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