mercoledì 2 aprile 2014
​Prima indagine sulla separazione: si moltiplicano nelle diocesi i percorsi di aiuto economico e sostegno psicologico per chi si trova in emergenza dopo la fine di un matrimonio. (P. Lambruschi)
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Sempre più spesso la coppia scoppiata finisce in coda alla Caritas e nei dormitori. Lo rivela la prima indagine compiuta sulle realtà ecclesiali e di assistenza e contenuta nell’ultimo rapporto Caritas sulla povertà, “False partenze”. Un campione significativo di 466 persone intercettate nei centri di ascolto, nelle mense, nei dormitori e nei consultori familiari d’ispirazione cristiana. Il 15% degli utenti della Caritas risulta separato, il 12% ha anche figli. Sono ancora le donne a soffrire economicamente di più della rottura matrimoniale. Secondo l’indagine sono il 53%.5% del campione contro il 46,5 di ex mariti.Al femminile il problema si declina con l’indigenza per mancanza di lavoro e per la mancata corresponsione degli alimenti all’ex moglie e ai figli. Ma nel caso dei papà si aggiunge la mancanza di un alloggio. La ricerca trova che la separazione aggravi fino a quattro volte l'emergenza abitativa, costringendo gli ex coniugi a tornare a casa dai genitori o ad essere ospitati da amici. Anche il ricorso ai dormitori aumenta fortemente dopo la rottura di un legame, passando dal 1,5% al 18,3%” La povertà non risparmia neppure il lavoratore separato, se non ha un posto fisso o ben retribuito. La ricerca segnala l’aggravamento dei problemi relazionali con i figli dei casi per entrambi i genitori e la forte insorgenza di disturbi psicosomatici.  Diversi i tipi di risposta, attivati in almeno cinque diocesi. Le più vecchie sono a Torino - dove si ospitano fino a quattro giorni padri e figli per tenerli insieme in un luogo dignitoso - Milano e Fano dove l’ospitalità rivolta ai padri poveri per evitare che finiscano in auto o sulla strada.
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